Capodanno, la vittoria dell’Italia ai mondiali, il ritorno in serie A del Napoli, la vittoria della prima coppa Italia targata De Laurentis. Mentre la città è in festa, la camorra ne approfitta per regolare i suoi conti, spedendo killer armati tra la folla pronti ad eseguire missioni di morte.
Nel caos, figlio dei festeggiamenti, la gente è distratta dall’euforia e diventa più facile per i sicari uccidere e fuggire. E’ stato così, l’altra notte, quando nel quartiere popolare di Forcella, nei vicoli della Napoli storica, attraversati per ore, da tifosi entusiasti del successo sportivo del Napoli, i camorristi si sono affrontanti con il piombo delle pistole. Non è stato un caso isolato, probabilmente non sarà purtroppo neanche l’ultimo.
Scene simili si sono vissute anche la sera del 10 giugno 2007, giorno in cui il Napoli, dopo un campionato non facile, tornava in serie A. In città, vi era un clima di euforia, che costituiva una buona occasione per compiere un agguato di camorra confondendosi nella mischia, composta da tanti tifosi del Napoli intenti a festeggiare con caroselli di macchine e scooter i successi sportivi della squadra amata. Nel rione Villa, a San Giovanni a Teduccio, quartiere periferico di Napoli, tra i tanti motorini, che sfrecciavano sventolando vecchie e nuove bandiere del Napoli uno Skipper di colore nero, rallentò all’altezza di piazza Capri. Il guidatore del motorino scaricò una serie di proiettili, assassinando il conducente di una fiat stilo, Federico Sorgente, di anni 37. La fidanzata che gli sedeva accanto fu invece risparmiata. Il luogo del delitto fu raggiunto con difficoltà dai poliziotti che per un tratto dovettero persino percorrerla a piedi.
Anche il 9 luglio 2006. doveva essere una serata di festa, in quanto l’Italia di Lippi, con il napoletano Cannavaro capitano, aveva appena vinto contro la Francia conquistando la Coppa del Mondo. Napoli era in festa, vessilli tricolore sventolavano ovunque, ma a Chiaiano, pochi minuti dopo la fine della partita, nel pieno entusiasmo da stadio, due killer spararono all’impazzata uccidendo Michele Coscia di anni 29 ferendo per errore un ragazzo di 20 anni ed una ragazzina di anni 17, colpevoli di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Dopo un anno e mezzo di tregua, la conquista della Coppa Italia diventa occasione per far riesplodere una nuova faida di camorra che si combatte per il controllo degli affari illeciti nel quartiere che fu il regno dei Giuliano, Forcella. Un morto ed un ferito. Il morto è Giovanni Saggese, cognato di Maurizio Ferraiuolo, considerato il boss che controlla l’area della Maddalena. Il ferito Salvatore del Prete, secondo quanto sostengono indagini della Dia, sarebbe il reggente di Forcella del clan Mazzarella.
Oggetto del contendere è il fiorente mercato della contraffazione. Il mercato del falso, del made in Naples, soldi sicuri, vista anche la crisi economica, rischi minimi anche rispetto alla droga, al racket e alle rapine. Una domanda ci sorge spontanea, che succede, dopo un periodo di calma piatta, tra i vicoli di Forcella? Siamo di fronte ad una nuova faida di camorra, con due clan in lotta che si giocano una dura battaglia per il controllo del mercato del falso?
I Mazzarella, ad onor del vero, possono contare anche su una manodopera criminale proveniente dalla periferia orientale, mentre il gruppo che fa capo a Ferraiuolo, ha la sua roccaforte proprio di fronte alle mura greche di piazza Calenda. Lo scontro, secondo gli esperti di strategie criminali, si è inasprito quando si è cominciato a trattare sui rapporti di forza, specie di natura economica, sulla questione principale: il rapporto con i fornitori di merce contraffatta e il legame con i capannoni adibiti alla produzione di cd falsi o abiti all’ultima moda, dopo tutto la fortuna del falso partenopeo è data dalla quantità di prodotto immesso nel mercato.
Un mercato in passato controllato dai Giuliano, poi dai Mazzarella, oggi conteso dai killer pronti a conquistare una leadership al momento vacante.
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