Sarà un ulteriore segno dei tempi che cambiano, ma nella Rete è sbarcata una piattaforma innovativa di cui si sentiva probabilmente il bisogno. Uribu è frutto della straordinaria creatività di un gruppo di giovani italiani messa al servizio del bene comune, un network che farà il social sul serio occupandosi dei piccoli e grandi soprusi quotidiani, dei cattivi comportamenti e del disprezzo delle regole che troppo spesso ammorbano la vita nel nostro Paese.
Darà spazio alle denunce degli internauti, almeno di quelli più impegnati e sensibili, che finalmente potranno condividere in Rete vere e proprie battaglie di civiltà senza trascorrere ore e ore davanti al Pc usandolo solo per un insulso cazzeggio e per futili scacciapensieri.
Uribu è la prima piattaforma online per segnalare in maniera del tutto anonima soprusi o malfunzionamenti di servizi pubblici e privati. E' una civetta che osserva e racconta tutto ciò che non va. La base ideale sembra essere quella del discusso progetto di Wikileaks, con la differenza che in questo caso non vi sono inchieste stimolate dalle rivelazioni di "gole profonde" del sistema ma l'unica protagonista è la cittadinanza.
Sulla home del sito, si legge una frase che ricorda molto anche lo spirito che anima una trasmissione televisiva fortunatissima come Striscia la notizia: "Se per te l'abbandono di un cane, il maltrattamento di un disabile, la sosta su uno scivolo del marciapiede o un semplice autista che non rispetta le fermate pubbliche e altri milioni di esempi sono azioni normali, chiudi pure questo sito. In caso contrario se credi che il rispetto, la giustizia siano fondamentali rimani pure e aspetta la nascita di Uribu".
La completa operatività del portale dovrebbe scattare da metà dicembre, e gli amministratori confidano nella possibilità di ottenere finanziamenti spontanei da semplici cittadini, attraverso le micro donazioni Paypal, e da mecenati più illustri, magari del mondo dell'impresa, dotati di particolare sensibilità rispetto alle tematiche sociali.
A disposizione dell'utenza ci saranno dei form, ognuno dei quali dedicato ad accogliere le segnalazioni inerenti una specifica area: dai trasporti pubblici alle infrazioni stradali, dalla sanità all'istruzione. Si potranno poi condividere le foto e i video delle indecenze rilevate dai cittadini, nell'auspicio che ciò possa rappresentare un ulteriore impulso all'azione delle autorità. Il tutto affidandosi a una semplice interfaccia grafica basata su categorie e integrata con Google Maps.
I giovani e competenti "rivoluzionari" che hanno sviluppato Uribu si propongono, come loro stessi hanno annunciato in qualche intervista, di cambiare i concetti di diritto, di uguaglianza e di giustizia sul web, "perchè è arrivato il momento di riprendersi la parola dopo che per anni hanno tentato di imbavagliare la Rete".
Gli unici dubbi, in tal senso, riguardano i possibili rischi legati alla violazione delle norme sulla privacy e al ricorso indiscriminato alla delazione laddove si consentisse la pubblicazione senza filtri di foto o filmati diffamanti, riguardanti ad esempio volti, abitazioni o targhe di autoveicoli.
Tuttavia, sempre gli ideatori del sito provano a tranquillizzare i più scettici: una volta pubblicata, la denuncia verrà quindi sottoposta al giudizio della community, chiamata a valutarne l'attendibilità col classico sistema di votazione da 1 a 5 stelle, che dovrebbe permettere di individuare e rimuovere le segnalazioni fasulle. Sarà lo stesso web, insomma, a svolgere il delicato ruolo di moderatore ma non mancheranno altri strumenti di sicurezza per evitare voti multipli o tentativi di hackeraggio.
Per gli abusi e le ingiustizie, per gli sprechi e il malaffare arriva dunque un nuovo nemico assai determinato e temibile: la voglia di ritrovato protagonismo di quell'ampia fascia di cittadini attivi e indignati, che hanno scelto Internet come proprio modello di impegno etico e di partecipazione civile. Le darà voce Uribu, un po' Wiki e un po' Striscia.
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