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Alle tragedie in mare sembra non si abbia modo di mettere del tutto una fine. L’ultimo bollettino riporta di un naufragio con ben 31 morti di ogni età, diretti in Europa dalle coste della Libia. Sul gommone al momento dell’accaduto c’erano 53 migranti stipati all’inverosimile. Quando sono giunti i soccorritori, allertati da una chiamata satellitare, in mare sono stati ripescati a malapena 22 uomini. Stando dunque alle testimonianze dei superstiti a Lampedusa, le 31 vittime fra cui nove donne, sarebbero morte nel naufragio poco oltre le coste della Libia. Per il mare grosso il gommone, su cui navigavano i profughi, si sarebbe improvvisamente ribaltato la notte di giovedì scorso. Gli uomini a bordo vantavano diverse nazionalità. Chi dal Benin, chi dal Gambia, chi la Nigeria e Senegal. Insomma, l’ormai solita Africa Subsahariana. Le ricerche sono iniziate nel pomeriggio successivo al naufragio, dopo che una chiamata ha messo in allerta la guardia costiera di Palermo. Il ripescaggio s’è rivelato in seguito una operazione congiunta fra Stati. Da un lato la capitaneria di Roma dall’altro le autorità libiche. Sul luogo sarebbero così giunti due mercantili battenti bandiera panamense. A dare i soccorsi sarebbe stata la nave Gaz Energy, che avrebbe pertanto salvato una ventina di naufraghi, avvistando inoltre il gommone alla deriva. Il racconto dei migranti dalla Libia è attualmente al vaglio della squadra mobile di Agrigento, che ha intenzione di vederci chiaro sull’ennesimo, tragico naufragio, nonchè identificare i naufraghi dell’ultimo dramma del Mediterraneo.
Articolo di Stefano Boscolo