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NBA a Londra: parola ai Knicks

Creato il 16 gennaio 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Dopo essersi resi disponibili per NBA Cares, l’attività a sfondo benefico promossa dalla Lega, i giocatori dei Pistons sono andati sotto la doccia e poi in albergo, mentre i New York Knicks si sono resi disponibili per la stampa e in seguito sono scesi sul parquet della O2 Arena per l’allenamento pre gara di domani sera.
Come per i loro colleghi di Detroit, anche i giocatori newyorchesi si sono resi disponibili a rispondere alle domande dei media, con Anthony e Stoudemire i due più assediati.
Ecco quello che noi di Basketcaffe.com abbiamo raccolto per voi.

Rasheed Wallace:

Rivedere la mia vecchia squadra fa sempre piacere anche se di quel gruppo ne sono rimasti solamente 2-3, la squadra è stata completamente rinnovata.
Non dipende da me quando potrò tornare in campo ma dal mio corpo, io sto bene, ma al momento non sono ancora pronto.
A Detroit ho cercato di portare la mia leadership e aiutare i più giovani, è stata una bella soddisfazione vincere il titolo.
Carmelo Anthony sta giocando una grande stagione, non so se può essere lui l’MVP ma sta giocando una grande annata.
Con i Nets non sento minimamente la rivalità. Forse tra 3-4 anni quando avranno raggiunto qualche risultato si potrà parlarne, ma adesso è troppo presto.
Quando finirò di giocare allenerò di sicuro, ma non in NBA, di sicuro. Ci sono troppe primedonne qui, girano troppi soldi. L’High School è la cosa migliore, ci sono tanti ragazzi con voglia di lavorare
.”

Carmelo Anthony: “Il titolo è l’obiettivo di qualsiasi giocatore. Noi stiamo lavorando bene ma dobbiamo continuare. Quest’anno mi sto divertendo molto a giocare in questo gruppo, lavoriamo molto, giochiamo tutti insieme.
L’esperienza di Londra e l’oro Olimpico mi hanno aiutato molto, è sempre una cosa bellissima partecipare a una manifestazione come questa. La squadra era fortissima e abbiamo lavorato duro per arrivare alla medaglia.
Pablo Prigioni è un rotovie molto particolare, sa giá quello che deve fare, e lo fa con la massima serietà; è
.”

Amar’e Stoudemire:

E’ grandioso per l’Nba venire qui a giocare in Gran Bretagna. I fans saranno molto felici, sarà grandioso domani sera alla partita. Londra? Ieri abbiamo girato un po’ per la città, ci sono tante cose da vedere, è stato un giro davvero divertente.
Adesso mi sento bene. Sto cercando di segnare i miei tiri, di dare quel contributo offensivo che ho sempre portato nella mia carriera. E poi sto lavorando per dare una mano in difesa. Quanto sto in campo dipende dalle mie possibilità fisiche e dal coach.
L’Nba verso l’Africa? L’Nba è una grandissima organizzazione che sta cercando di ventare definitivamente un’icona globale. Andare lì a dare una mano per me è stato molto importante.
Il quintetto? Deciderà il coach, ho ancora molta strada da fare, devo soltanto lavorare e migliorare la mia condizione fisica. Poi succederà di conseguenza.
Prigioni, un rookie di 35 anni? E’ la prima volta che mi capita di trovare un rookie così. Si sta adattando bene, è davvero un ottimo giocatore.
Il titolo? E’ dura, ci sono tante squadre che competono per l’anello. Noi dobbiamo continuare a lavorare duro, fare quello che il coach ci dice di fare e stare concentrati sull’obiettivo.
Tu e Melo? Tra noi va bene, sul campo dobbiamo continuare a giocare bene assieme per il bene della squadra
.”

Jason Kidd:

Stiamo giocando bene, facciamo quello che ci dice il nostro allenatore ed eseguiamo bene. Dobbiamo continuare su questa squadra. Mi trovo molto bene in questo gruppo, mi sto divertendo.”

Pablo Prigioni:

Il nostro interesse è quello di continuare a giocare partita dopo partita cercando di vincere più partite possibili. Questo è il modo in cui ci stiamo approcciando a questa stagione.
A inizio stagione non sapevo quanto minuti avrei potuto giocare perchè davanti avevo due grandi giocatori come Kidd e Felton. Le cose invece stanno andando bene, sto giocando molti minuti, anche per l’infortunio di Raymond e sto continuando a lavorare per farmi trovare pronto.
Le principali differenze sono le regole diverse tra Fiba e NBA, sicuramente le più difficili da adattarsi. Per quanto riguardo gli allenamenti e la vita fuori dal campo è uguale qua come in Spagna.
Anche se sono un rookie particolare devo dire tutti mi trattano molto bene, a partire dall’allenatore che ha grande rispetto e per cui io ne provo altrettanto. Sono tutti molto gentili con me.
Il compagno con cui mi trovo meglio è Steve Novak perché avendo giocato con mie compagni argentini come Ginobili e Scola abbiamo delle cose in comune.

Essere in una Olimpiade è sempre una grande esperienza, per me era la seconda dopo Pechino ed è sempre una grande emozione. Purtroppo non mi sono potuto divertire al 100% perchè avevo qualche problema fisico che mi ha condizionato parecchio, però abbiamo chiuso ancora tra le prime quattro migliori squadre quindi grande risultato.
Le prossime Olimpiadi a saranno difficili, Rio è molto lontano. Intanto pensiamo a qualificarci per i Mondiali di Spagna, poi penseremo insieme agli altri cosa fare per Rio. Far parte di quel gruppo è un grande onore, siamo un gruppo speciale e l’abbiamo dimostrato in questi anni.

In NBA il gioco è molto più veloce, più fisico, poi i ritmi qui sono pazzeschi. Si gioca, si vola, si gioca e poi si vola di nuovo. Penso questa sia una delle cose più difficili per adattarsi venendo da campionati come quelli Europei.”


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