I Milwaukee Bucks, con 20 vittorie e 19 sconfitte, sono una delle sorprese di questa stagione NBA. Sono qui a Londra senza Jabari Parker, fuori per la stagione per un infortunio al ginocchio, ma puntano sul talento di Brandon Knight e Giannis Antetokounmpo e sull’esperienza di gente come Kenyon Martin, Zaza Pachulia e coach Jason Kidd per centrare l’obiettivo playoff. Alla O2 Arena abbiamo scambiato qualche parola col veterano Kenyon Martin e col playmaker Kendall Marshall, leader della second unit dei Bucks.
La fotogallery di allenamento e interviste dei Bucks a Londra
Il veterano Kenyon Martin è stato firmato con un decadale per sostituire Larry Sanders, alle prese con problemi personali. L’ex compagno di Jason Kidd ai Nets e ai Knicks ci ha parlato del suo impatto coi Bucks, di Kidd e del talento di Giannis.
“Mi piace la squadra, ci sono tanti giovani che adorano il gioco e questa è la cosa più importante. Lavorano duro“.
“Jason Kidd sta facendo molto bene e gà lo aveva fatto vedere lo scorso anno coi Brooklyn Nets quando ci ho giocato da avversario. E’ bravo a farsi ascoltare, sia dai giovani che dai veterani, ed è riuscito a trasportare il suo carisma da giocatore a coach“.
“Sì, credo che Kidd potrà diventare un grande allenatore. E’ stato un grande giocatore, capace di fare ogni cosa, deve continuare a tradurre la sua sapienza dal campo alla panchina“.
“No, non sono sorpreso del record. I ragazzi stanno lavorando bene, hanno aggiunto giocatori importanti, un nuovo coach, mentre l’anno scorso era quasi tutto nuovo, a partire dalla proprietà. Penso stiano andando nella giusta direzione“.
“Giannis? Diventerà una star, il suo limite è il cielo. Deve continuare a lavorare e migliorare e credo che Jason Kidd sia la persona giusta affinchè tutto ciò avvenga“.
Kendall Marshall, playmaker da North Carolina arrivato in estate da free agent dopo l’ottima annata coi disastrati Lakers di Mike D’Antoni, ha parlato del gruppo, della perdita di Jabari Parker, dell’obiettivo playoff, di Jason Kidd come modello e coach e alla fine della differenza tra la metropoli Los Angeles e Milwaukee, la città di ‘Happy Days’.
“Quando sono arrivato a Milwaukee sinceramente non pensavo che potevamo avere questo tipo di stagione ma al training camp mi sono accorto che il gruppo era solido, i ragazzi hanno talento e così ho pensato che potevamo metterci a fare un po’ di casino nella Eastern Conference. Giochiamo molto bene di squadra, siamo uniti e il talento c’è per centrare un obiettivo importante“.
“Sono cresciuto guardando Jason Kidd, è sempre stato uno dei miei giocatori preferiti e una fonte di ispirazione per me, per come palleggiava, come passava la palla e come guidava la squadra. Lui sta facendo un grande lavoro con noi, ci dice di avere fiducia in noi stessi e cerca di facilitarci le cose il più possibile“.
“La prima cosa che devo migliorare è la difesa, lavorare meglio sui playmaker avversari. E poi devo dare continuità al mio tiro da fuori, segnare quando ho spazio per punire i raddoppio sui miei compagni“.
“La perdita di Jabari Parker è ovviamente molto importante. Lui ci dava atletismo e soprattutto grande facilità di segnare e produrre tanti punti. La cosa importante è che tutti noi abbiamo fatto un passo in più avanti per sopperire alla sua produzione“.
“Playoff? Sì, sono il nostro obiettivo per la stagione a questo punto, vista la posizione in cui siamo. Dobbiamo cercare di lottare per continuare in questo modo e accedere alla post season“.
“Mi piace molto Milwaukee, è più piccola, posso uscire tranquillamente e adoro la neve. A Los Angeles c’è molto traffico ed è affollato qualunque luogo a qualsiasi ora“.