Il campionato di pallacanestro più bello ed emozionante del mondo è arrivato di fatto alla boa di metà stagione e si può quindi fare un primo bilancio, su quali sono le delusione, le conferme e le sorprese di questa prima fase di regular season 2012-13, in attesa della pausa per l’All Star Game, la trade deadline e la fase conclusiva del campionato, che delineerà il tabellone dei playoffs. Per alcuni c’è ancora il tempo per raddrizzare la situazioni, per altri è già tempo di pensare ad eventuali ritocchi in vista della post season, mentre per altri ancora è già ora di lavorare sul Draft.
PROMOSSI
Tralasciamo Miami Heat, Oklahoma City Thunder e San Antonio Spurs che, nonostante ristrutturazioni nel roster più o meno significative, sono dove ce le attendevamo, ovvero al vertice.
LOS ANGELES CLIPPERS
Da figli di un dio minore ad autentici sovrani della città degli angeli. Record alla mano, lotteranno fino in fondo con Thunder e Spurs per chiudere davanti a tutti la regular season, grazie ad un Chris Paul che sta giocando da Mvp della Lega (poco meno di 17, 10 assist e 3 recuperi a sera) e sta guidando un gruppo molto più che attrezzato per puntare all’anello, forte dell’esperienza di gente come Barnes, Odom, Grant Hill e Chauncey Billups, il talento atletico di Bledsoe, Griffin e DeAndre Jordan, più “The Difference”, Jamal Crawford. Se CP3 resta sano, nulla è impossibile. Ah, hanno chiuso il 2012 con 17 vittorie di fila.
NEW YORK KNICKS
C’era qualche dubbio all’inizio, legato a coach Woodson, alla presenza di tanti (troppi…) veterani sul viale del tramonto, alla gestione di JR Smith, alla pressione dei media della Mela. E invece i Knicks hanno trovato un sistema di gioco ideale per far coesistere tutti (ora si sta reinserendo Stoudemire), basato sul gioco perimetrale, sulle magate di Carmelo Anthony e JR e sulla difesa del portierone Chandler. I tre sono candidati rispettivamente per Mvp, sesto uomo e difensore dell’anno. Sono partiti benissimo, 6-0, diventato 21-9 alla chiusura del 2012: al momento, considerando i Bulls senza Rose, sembrano gli unici a poter infastidire gli Heat a Est.
BOCCIATI
Attese le delusioni per Bobcats, Magic, Cavaliers e per certi aspetti Wizards mentre ad ovest la vita è durissima per Kings, Suns e Hornets, che ad Est sarebbero ancora in corsa per la post season.
LOS ANGELES LAKERS
Caso umano. Gli hall of famer, il licenziamento di Brown, la telenovela Jackson, l’arrivo di D’Antoni, gli infortuni, il gossip. Serve altro? I Lakers sono la sit-com sportiva d’America e non c’è dubbio che abbiano deluso le aspettative: rischiano seriamente di stare fuori dai playoffs e di perdere Howard, free agent a fine anno. L’esperimento finora non ha funzionato, partendo con Brown e ora con D’Antoni che, materialmente, non ha il tempo per sistemare la situazione, a partire dalla difesa (la quinta peggiore della Lega). Il roster inoltre è quello che è e Pau Gasol è un grosso problema. Il mercato può aiutare ma non risolvere i guai…
BOSTON CELTICS
Delusione di certo non ai livelli dei Lakers ma obiettivamente ci si aspettava molto di più dalla squadra di Rivers. Ok gli infortuni (Bradley), il lento adattamento dei nuovi (da Lee a Terry passando per Barbosa), i veterani utilizzati col contagocce, ma i verdi visti a Milano avevano fatto un’impressione diversa, da primi antagonisti degli Heat a est. Vero che anche l’anno passato avevano sofferto in regular season e poi avevano cambiato marcia nei playoff ma finora sono stati fin troppo altalenanti, nonostante le buone indicazioni del rookie Sullinger. Il record resta attorno al 50%: serve qualcosa in più, per lo meno per evitare di pescare subito Miami.
BELLE SORPRESE
Atlanta, Milwaukee e Indiana senza Granger lo sono di certo ad Est, ad ovest obiettivamente non ci si attendeva i Trail Blazers già competitivi per un posto playoffs, grazie a Damien Lillard.
CHICAGO BULLS
Senza Derrick Rose era obiettivamente difficile vederli lì, lottare per il vertice della Central Division. Pur senza l’Mvp 2011 i tori hanno dimostrato che la vera differenza la fanno la difesa e il collettivo: il sistema di Thibodeau è una garanzia e in attacco, a turno, tutti hanno alzato il loro livello, da Boozer a Noah (in doppia doppia di media), passando per Deng e Hamilton. Vero che sono 25esimi per punti realizzati ma sono terzi per punti concessi e hanno trovato in Marco Belinelli un ottimo valore aggiunto, da sesto uomo, e sopratutto nelle 12 gare in quintetto (8-4 il record). Il Beli viaggia a 9.8 punti di media e dopo la ‘cuccia’ iniziale, ha grande fiducia da tutti a Chicago.
GOLDEN STATE WARRIORS
Wow, Mark Jackson e i suoi stanno facendo miracoli all’ombra del Golden Gate Bridge. Dopo gli infortuni di Bogut e Rush, e con una squadra giovanissima che l’anno passato ha ceduto Monta Ellis, i Warriors stanno impressionando, con una small ball che punta sulle qualità di Lee e Landry vicino a canestro, l’atletismo e l’abnegazione del rookie Harrison Barnes, bravo a reinventarsi dopo gli anni da prima star a North Carolina, ma soprattutto alle doti balistiche di Klay Thompson e all’immenso Steph Curry. Segnano tanto, sono divertenti, vanno a rimbalzo come pochi e hanno nel figlio di Dell un All Star da 20 punti e quasi 7 assist a sera. Hanno vinto 6 gare su 7, tra cui Brooklyn e Miami, nel tour a Est di dicembre: tanta roba!!