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NBA: promossi e bocciati… tra i giocatori

Creato il 05 febbraio 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Dopo aver analizzato come sono andate le squadre dopo la boa di metà stagione, diamo uno sguardo invece ai singoli giocatori, in relazione anche alle scelte di pubblico e allenatori per l’All Star Game del 17 febbraio al Toyota Center di Houston. Promossi, bocciati e sorprese in base ai record delle rispettive squadre (ma non solo…) e all’impatto avuto sul campo, parametrato ovviamente alle attese, alla passata stagione e alle prospettive nell’immediato futuro.

PROMOSSI

TYSON CHANDLER
E’ il principale motivo per cui i New York Knicks si possono permettere la strutturazione con tre guardie e Anthony, sono sesti per punti concessi e sono ad oggi i principali rivali, insieme ai Pacers, degli Heat ad Est. Chandler è senza ombra di dubbio il miglior difensore della Lega per come difende con autorità la propria vernice ed è decisivo sotto entrambi i ferri, in attacco con i proverbiali tap-out, e in difesa: raccoglie oltre 11 carambole a sera ed è nettamente primo per percentuale dal campo (67%).

TIM DUNCAN
Se qualcuno pensava che il caraibico fosse al canto del cigno, si sbagliava di grosso. Il quasi 37enne da St. Croix sta tenendo le migliori cifre da tre anni a questa parte: viaggia a 17 punti, 10 rimbalzi e 3 stoppate a sera. Inoltre è attivissimo in campo, decisivo con la sua straordinaria intelligenza cestistica sui due lati e in strepitosa forma fisica. Sa che sono le ultime possibilità di rivincere il titolo: Duncan c’è, vediamo gli altri.

JAMES HARDEN
Si poteva intuire che il Barba fosse molto forte ma non so quanti si aspettavano un così facile mutamento da sesto uomo a OKC a stella assoluta a Houston. E’ il motivo per cui i Rockets, seppur ricchi di talento, sono in corsa per i playoff: viaggia a quasi 26 punti a sera (quinto assoluto), dieci in più rispetto all’anno passato con dieci minuti in più sul parquet, con oltre 5 rimbalzi e quasi 5 assist. Giocherà l’All Star Game in casa, è reduce dalla prima tripla doppia in carriera (21+11+11 contro i Bobcats) e ha stabilito il career high con 45 punti alla seconda partita stagionale ad Atlanta. Super!!

BOCCIATI

DERON WILLIAMS
La nuova era a Brooklyn non è iniziata benissimo, anzi. Alla firma del contrattone Deron Williams ha risposto con prestazioni nettamente sottotono, le cifre più basse della carriera, con percentuali pessime, e ha preteso (e ottenuto) il licenziamento di coach Avery Johnson. Se i Nets sono abbondantemente in corsa per i playoffs lo devono a Joe Johnson e a Brook Lopez, poco a lui.

ANDREA BARGNANI
Non è una bestemmia dire che la sua esperienza a Toronto è giunta al capolinea. Il Mago, da subito diventato icona della franchigia canadese, di fatto nelle ultime due stagioni ha giocato pochissimo a causa degli infortuni: quando lo ha fatto ha mostrato il solito talento e sta viaggiando a 16 punti di media, ma sempre in contesto perdente. Ora però la squadra ha trovato la sua fisionomia senza di lui e con l’arrivo di Rudy Gay è chiaro che Andrea sia “on the block” anche perchè a Toronto non vogliono pagare ancora il suo salario da 10 milioni a stagione.

PAU GASOL
Il catalano è da anni ormai il bersaglio ai Los Angeles Lakers. Da due stagioni è fisso sul mercato, con l’arrivo di Howard prima e D’Antoni poi, gli si è fatto capire che centra poco o nulla in questa squadra. Giustamente col talento, e con lo stipendio che ha, non ci sta a fare il tiratore alla Ryan Anderson: vuole giocare vicino a canestro ma lì c’è l’uomo del futuro, DH12 appunto. E’ scontento, si sente poco apprezzato ma è difficile scambiarlo anche perchè, per il talento di cui sopra, non esiste una contropartita adeguata. Statisticamente parlando, è abbondantemente sotto il par (18+9 rimbalzi in carriera, 13+8 quest’anno con gli stessi minuti).

SORPRESE

KYRIE IRVING
Siamo di fronte ad una stella assoluta: se i Cavs vincono qualche partita, lo devono agli show di questo diamante nato a Melbourne. Parlare di playmaker è riduttivo per l’ex Duke, frenato da qualche infortunio ma immarcabile in attacco, dove viaggia a 24 punti e 5 assist di media, segna in ogni modo possibile e soprattutto è un killer nel quarto periodo. Ora gli serve una squadra ma se un 20enne di un team nettamente perdente partirà molto probabilmente in quintetto per l’Est all’All Star Game significa che tale 20enne è di un’altra categoria. Per i soli parziali: 9 volte sopra i 30 punti di cui due sopra i 40.

GREIVIS VASQUEZ
Talento tecnico e fisico limitato ma il venezuelano da Maryland ha un cuore che nessuno ha nella NBA. Con Davis e Rivers a corrente alternata e Gordon a mezzo servizio, è lui il leader dei giovani Hornets, sempre l’ultimo a mollare. Le sue cifre fanno paura se rapportate a ciò che madre natura gli ha dato: quasi 14 punti e 5 rimbalzi a sera, ma soprattutto 9.3 assist, classifica in cui è terzo assoluto dietro Rondo e Chris Paul. Il contesto è nettamente perdente ma lui sta brillando e si sta facendo amare a suon di prestazioni super.

LARRY SANDERS
Dopo stagioni a guardare dalla panchina, ecco la chance per il saltatore da VCU. Chance sfruttata alla grande perchè, questo ragazzo che studia da Tyson Chandler, è il miglior stoppatore della Lega, l’unico oltre le tre a sera. I Milwaukee Bucks gli stanno dando spazio e lui ripaga mettendo in campo il suo atletismo e la sua verticalità: è un selvaggio ma oltre alle stoppate, in 25 minuti porta anche 8 punti e 8 rimbalzi. Memorabile la gara contro i Twolves dove, nonostante la sconfitta, ha chiuso con una roboante tripla doppia: 10 punti, 12 rimbalzi e 10 stoppate. In crescita.


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