Se i “defending champions” sono in parità nella finale della Eastern Conference, i motivi sono due: LeBron James, che ha vinto due partite, e Roy Hibbert, che non è stato da meno dell’MVP. Il centrone dei Pacers sta totalmente dominando la serie con 22.8 punti e 12 rimbalzi di media, facendo pesare enormemente lo “small ball” di Miami, che per scelta non ha alcun giocatore da accoppiare con dei pivot puri. Fino a questo momento la versatilità di Chris Bosh aveva sempre fatto la differenza, allargando il campo in attacco e non soffrendo più di tanto nella propria metà campo; il corpaccione che si ritrova Hibbert però è totalmente ingestibile per Erik Spoelstra che non ha trovato contromisure al prodotto di Georgetown.
I numeri del newyorkese sono impressionanti: mai meno di 19 punti, 54% dal campo e 80% dalla lunetta sono cifre da fuoriclasse nel ruolo; gli 1.5 assist e soprattutto i 6.5 rimbalzi offensivi a gara sono poi un enorme aiuto per l’attacco, non sempre fluido, dei Pacers. Ovviamente anche in difesa la stazza ed il tempismo di Hibbert sono fondamentali: con lui in campo le soluzioni per James e Wade sono sempre piuttosto complesse, tant’è che la scelta di coach Vogel di tenerlo seduto nell’ultimo possesso di gara-1 ha scatenato un’infinità di polemiche. Ma più che in fase di intimidazione, già nota (chiedere ai Knicks: 3.2 stoppate di media), Roy sta sorprendendo per come muove i piedi anche lontano dal canestro, dove è spesso costretto ad inseguire Bosh. L’ex stella dei Raptors è tutt’altro che un fattore in questa serie: se i 14 punti a sera non sono disprezzabili, pesano i soli 3.3 rimbalzi, fino ad ora un aspetto determinante in queste quattro gare.
Il differenziale a rimbalzo indica un +40 pro Pacers, gran parte del merito è proprio di Hibbert che da solo ha catturato appena tre rimbalzi in meno di Andersen, Haslem ed il predetto Bosh messi insieme.
Il contratto firmato lo scorso luglio da 53.4 milioni di Dollari in quattro anni, adesso non assomiglia più ad una fregatura per questo 2.18 classe ’86, scelto con la numero #18 al draft 2008 dai Raptors ma portato ai Pacers da Larry Bird.
Il sogno di Indiana continua, la gara-5 di questa notte potrebbe già essere uno spartiacque decisivo, e i Pacers sanno su chi fare affidamento.