Due arresti per sequestro di persona aggravato dal metodo mafioso: si tratta due pregiudicati accusati di aver rapito il 23 novembre 2013 al quartiere Africano uno studente di 23 anni figlio di un esponente del clan Coluccio della ‘ndrangheta. Il giovane fu rilasciato poche ore dopo. Il sequestro per contrasti con il clan Marando, anch’esso reggino. Un terzo uomo arrestato a maggio.Il ragazzo fu preso di giorno, testimoni e telecamere videro tutto. Le indagini hanno inquadrato la vicenda nell’ambito di una controversia tra due clan della ‘ndrangheta reggina, Marando di Platì e Aquino-Coluccio di Gioiosa Jonica.
(blitzquotidiano.it)
Un sequestro inquadrato nella diatria tra la ‘ndrina Marando di Platì e Acquino-Coluccio di Gioiosa Jonica. Il 27 novembre del 2013 sequestrarono a Roma uno studente 23enne di origini calabresi, incensurato ma figlio di un esponente del clan della ‘ndrangheta Coluccio. Ora i carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del comando provinciale di Roma hanno chiuso il cerchio arrestando due persone di origini calabresi, Rosario Marando e Geremia Orlando Barbuto, rispettivamente di 46 e 36 anni, con gravi precedenti penali. L’arresto è avvenuto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Roma su richiesta della procura della Direzione distrettuale antimafia per sequestro di persona aggravato dal metodo mafioso. Un terzo sequestratore, Salvatore Ammazzagatti, era stato già individuato e arrestato nel maggio del 2014.
Il sequestro avvenne in pieno giorno in una via del quartiere “Africano”. La scena fu notata da alcuni passanti che chiamarono il 112, facendo scattare le ricerche da parte dei carabinieri. Dai primi accertamenti emerse che il giovane studente era incensurato ma figlio di uno dei principali esponenti del clan della ‘ndrangheta calabrese Coluccio. Alcune ore dopo il 23enne fu rilasciato dai sequestratori e, a lungo interrogato, fu reticente e non fornì indicazioni utili all’identificazione dei suoi aggressori. I militari, grazie alle testimonianze dei passanti e alle immagini di alcune telecamere di sorveglianza, appurarono che il rapimento fu messo in atto da un gruppo di persone che, arrivate sul posto con due auto, si erano appostate vicino all’abitazione della vittima e, dopo averlo caricato in macchina, scapparono a forte velocità. Il giovane, fortunatamente, fu rilasciato poche ore dopo. (ADNKRONOS)