Si legge in pochi minuti Istruzioni, libretto di neanche cinquanta pagine firmato oltre vent’anni fa da Neil Gaiman e Charles Vess.
Gaiman, per usare il titolo di una famosa opera di Friedrich Nietzsche, è al di là del bene e del male, anche quando si dedica a testi brevi come questo. Istruzioni è del 1990, lo stesso anno di Buona Apocalisse a tutti!, firmato congiuntamente con Terry Pratchett, diventato introvabile qualche anno fa e previsto nell’edizione Piccola biblioteca Oscar per il prossimo mese di giugno. La serie di Sandman aveva già visto iniziare le sue pubblicazioni l’anno prima, Nessun dove sarebbe arrivato solo nel 1996, perciò il giornalista Gaiman non era ancora un autore di culto ma non era neanche uno sconosciuto. Quanto a Charles Vess è un signor illustratore, come può facilmente verificare chiunque abbia voglia di fare un giro sul suo sito: http://www.greenmanpress.com/
Il testo è breve, visto che occupa poche righe in ciascuna delle pagine, ma la storia cresce se si guardano le illustrazioni perché parole e immagini dialogano fra loro e soprattutto dialogano con noi, con gli archetipi e con la nostra memoria storica. Non c’è esattamente una storia in queste pagine, anche se l’anonimo protagonista compie un viaggio e si trova in un’infinità di situazioni diverse, quanto un campionario di ciò che fiabe, leggende e narrativa fantastica continuano a proporci.
Quante storie iniziano con un viaggio compiuto magari solo perché si ha voglia di vedere posti nuovi? Quante volte siamo stati avvisati di non mangiare niente, o abbiamo visto quali doni insospettabili si possono ottenere per il semplice fatto di aver aiutato una vecchina?
I due autori ci ripropongono questi e molti altri momenti, con freschezza e delicatezza, senza invadere mai ma lasciandoci tempo e spazio per le nostre riflessioni.
Una quasi fiaba che regala relax, ricordi, belle immagini, ma anche momenti di riflessione perché non bisogna mai dimenticare il proprio nome o perdere la speranza.
Fidati dei sogni.
Fidati del tuo cuore,
e fidati della tua storia.
Con la consapevolezza che, al termine di ogni lungo viaggio, c’è sempre una strada che ci riconduce a casa.