Magazine Diario personale

Nel bosco

Da Bartleboom
Boris Pasternak (trad. A.M. Ripellino)
I prati sentivano nausea dell'afa gridellina,nel bosco saliva a nuvoli un buio di cattedraleche restava nel mondo per quei due da baciare?Esso era tutto di loro come una molle cera fra le dita.
Esiste un sonno siffatto: non dormi ma sogni soltanto,che hai sete di sonno; che sonnecchia un uomo,cui attraverso il sonno bruciano le cigliadue neri soli battendo di sotto le palpebre.
Fluivano raggi, fluivano scarabei cangianti,il vetro delle libellule andava su e giù per le guance.Il bosco era pieno di un lucciolìo minuzioso,come sotto le pinzette di un orologiaio.
Pareva che si fosse addormentato al tic tac d'un quadrantementre di sopra, nell'ambra acerbasecondo l'afa spostavano le sferedi un più preciso orologio nell'etere.
Lo regolavano, scuotendo gli aghi,e seminavano l'ombra, fiaccando e forandoil buio che si era levato come un'alberaturanel languore del giorno, sul quadrante turchino.
Pareva che una vetusta felicità si sfrondasse.Il bosco pareva in balia d'un tramonto di sogni.I felici non osservano orologi,ma quei due pareva che solo dormissero.

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