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Nel regno di Gustave

Creato il 15 marzo 2012 da Dragor

Gustave ________________________________________________________________  

A Bujumbura c’è una splendida riserva naturale praticamente alle porte di casa. Basta andare poco oltre il Club de Vacances, una passeggiata che si può fare anche a piedi, e improvvisamente vi trovate nel cuore dell’Africa selvaggia. Il Serengeti? L’Akagera? No, il Parco del Ruzizi, là dove il fiume Ruzizi sbocca nel lago Tanganyka.

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2ruziziwald

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La star del luogo è Gustave, il coccodrillo assassino che si dice abbia ucciso più di 300 persone. Gustave ha 60 anni, è lungo 7 metri e pesa una tonnellata. Patrick Faye, l’uomo che gli ha dato il nome, ha cercato di catturarlo ma Gustave gli ha mangiato 3 membri della squadra. Potete vedere tutto nel documentario Capturing Killer Croc e anche nel film inglese Primeval di cui Gustave è l'eroe.

Così, arrivato a Bujumbura, ho avuto un’idea. “Domani andiamo a fotografare Gustave” dico a mia moglie. Lei diventa bianca come il gesso (e pensare che è nera). “Eh?”. “Si, hai capito bene. Andiamo a fotografare Gustave.” Si mette a piangere. “Tu vuoi morire, che cosa farò tutta sola, morirò anch’io”, ma tengo duro: “Voglio fotografare Gustave”. Poi vado a cercare Patrick Faye per chiedergli dove si può incontrare il coccodrillo gigante. A Bujumbura Patrick è un mito, lo hanno inserito fra le “50 personalità che hanno fatto avanzare il Burundi". Ha fondato scuole, orfanotrofi, una compagnia teatrale, è scrittore, regista e appassionato di rettili. Ma alla casa di Patrick il boy mi dice che nel luglio 2011 il tizio è stato condannato a 20 anni di galera per avere violentato 5 bambine e si è salvato soltanto grazie all’intervento del governo francese, che lo ha tirato fuori dalla cella e rimpatriato.

Così devo cercare Gustave da solo. Il giorno seguente, su un landrover noleggiato per l’occasione, parte la spedizione comprendente me, mia moglie, Denis (il mio cognato vescovo che è venuto a Bujumbura da Kigali per regolare le faccende della chiesa battista ortodossa e non ha mai visto il parco del Ruzizi pur essendo cresciuto a Bujumbura come rifugiato) e l’autista. Ci guardiamo in giro e non c’è traccia di coccodrilli. “Gustave, vieni fuori, non avere paura, non ti facciamo niente”, grido. Niente, non si vede nemmeno una miserabile lucertola. A questo punto l’autista suggerisce: “Ci vuole un’esca. Bisogna mettere della carne sulla riva del fiume.” Guardo mio cognato che di carne ne ha in abbondanza. “Va’ sulla riva del fiume.” Lui si batte l’indice sulla tempia. “Non sono mica scemo.” Mia moglie mi guarda con aria compassionevole. "Gustave non c'è, devi arrenderti." "Io non mi arrendo mai", ribatto. "Ho detto che voglio fotografare Gustave e lo fotografero'." Infatti... 

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Gustave photo dans la photo
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Dragor


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