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Nel tpl della campania gli sfascisti all’opera

Creato il 15 novembre 2011 da Ciro_pastore
NEL TPL DELLA CAMPANIA GLI SFASCISTI ALL’OPERAIN APPLICAZIONE DELLA TECNICA DEL TANTO PEGGIO TANTO MEGLIONEL TPL DELLA CAMPANIA GLI SFASCISTI ALL’OPERAConvocato oggi al Centro Direzionale tutto lo Stato Maggiore EAV
Come molti sapranno, oggi pomeriggio presso l’Auditorium Regionale, isola C del Centro Direzionale, si riunirà tutto lo Stato Maggiore EAV. Circolano voci disparate relativamente ai temi che verranno trattati nell’incontro odierno. Non credo di andare molto lontano dalla realtà, se immagino che all’uditorio saranno illustrati tempi e modalità del processo di fusione delle aziende operative del gruppo EAV, che ci condurrà, di qui a breve, alla nascita di EAVFERRO (a proposito, proprio brutto sto nome: sembra uno di quei multivitaminici per bambini gracili in voga negli anni ’70).
La presentazione ai quadri delle tre aziende è un atto dovuto, anche se si avvera con un certo ritardo e, soprattutto, con modalità poco partecipative al processo, I suppose. Il progetto fusione si sta realizzando, infatti, utilizzando un modello up-down che trova la sua esile giustificazione nella necessità di fare presto. Ovviamente, nessuno nega che i vincoli esterni (economici e gestionali) imponevano una celerità che confliggeva con la collegialità delle scelte. Ma come sempre fare presto non garantisce il fare bene (nel suo irresistibile “latinorum”, il grande Totò sosteneva che gattibus
frettolosibus fecit gattini guerces
). Tra l’altro, le azioni messe in campo finora sono state paurosamente scoordinate, nel loro ordine logico, tanto da lasciare molti, me compreso, fortemente perplessi riguardo alla capacità di controllo complessivo del processo. Mi riferisco alla sensazione diffusa che siano le emergenze a guidare le decisioni. Le scelte manageriali/politiche, in sostanza, non stanno precedendo ma stanno troppo scontatamente seguendo i fatti. Una guida manageriale assennata, affidabile, proattiva dovrebbe, dico dovrebbe, governare i processi, non subirli.
La stessa idea base della fusione è stata caricata di un potere messianico che non è legittimo affidarle. Nelle settimane scorse, ho letto inorridito commenti, pure autorevoli ed altolocati, che individuavano nella fusione la panacea ai mali di EAV e delle sue controllate. Che la fusione andava fatta è indiscutibile. Io stesso ne avevo, in tempi non sospetti, stimolato la realizzazione. Economie di scala, taglio di alcuni costi di staff, maggior controllo sulla spesa impazzita: sono solo alcuni dei motivi per cui l’operazione fusione, dal punto di vista gestionale, era cosa buona e giusta. A questi ovvi motivi, aggiungiamoci pure che un colosso, seppure dai piedi di argilla, che diventa il terzo gruppo italiano nel settore ferroviario, è più difficile da abbattere. Tutto ciò nonostante il nascente colosso sia vacillante per l’enorme carico di indebitamento complessivo. In prospettiva, poi, della oramai imminente liberalizzazione del trasporto pubblico regionale (inserito nel maxiemendamento), avere un’azienda che si scinde in rete e trasporto garantisce la regolarità del futuro scenario competitivo.
Perché parlo allora di sfascisti all’opera? Mi accingo subito alla spiegazione. Pur volendo tralasciare le manovre di piccolo cabotaggio in atto (mi riferisco all’improvvida infornata di promozioni/incarichi in Circumvesuviana), la sensazione complessiva, il sentiment come si dice oggi, è che dietro la fusione si nasconda un progetto che presuppone lo sfascio, anziché il risanamento. La mia visione paranoica del mondo, mi porta ad immaginare uno scenario a medio termine totalmente diverso da quello che le veline di corte vogliono accreditare. Uno scenario, quello che io profetizzo, che prevede un rapidissimo default finanziario a cui farà seguito la resurrezione, come araba fenice, in una newco mondata dal peccato originale dell’indebitamento. Montagna di debiti pregressa da affibbiare, unitamente ai lavoratori più anziani e/o riottosi, alle non tanto amorevoli cure di una bad company ad esaurendum. Ne parlo da mesi e in qualche modo me lo auguro, nonostante, c’è da scommetterci, personalmente finirei impietosamente tra i riottosi da sbattere alla porta
Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
Vi consiglio di leggere quanto scritto sul tema in questi mesi sul mio blog personale che ha, peraltro, festeggiato nel weekend il superamento della soglia delle 10 mila visite complessive, in appena sei mesi di vita, dopo esser stato, peraltro, colpito dall’ostracismo strumentale di qualche servo sciocco (non male no?)

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