Il mio corpo vomita il ballo e
Le cellule
Più inscindibili all’occhio umano
Scompaiono.
Io rimango ma loro che
Sono pur sempre Qualcosa
Scompaiono.
Le sento andare via
Con foga antica
Sento la loro massa ed è cosa rara.
Vuoto
Mutismo dentro
Valanghe di parole
Come tentativi spasmodici e
Irrefrenabili
Inutili
Indecisi:
Seguire col resto della carcassa
Il nucleo mio fuggito
Da
In
Etere
Aspettare il loro sempre meno previsto
Quasi ormai inammissibile
Riallacciarmi
Io credo che Dio ogni tanto le reclami
Per respirare.
Mi vedo monotono adesso che
Mi hanno lasciato
In guerra da
Solo
A e-
Spiare il nemico della mia fede
Empatica e per questo
Maggiormente
Empia
Sparerei su questo mio modo di condividermi con
Etere
Sparerei
Merda
Così contaminare il
Cielo
Più puro
Il respiro ampio
Il respiro degli dei progenitori
Contrapposto
All’aria bastarda che tocca ai
Mortali
Merita di
Morire un cielo
Sporco
Come me che lo ammiro
Invidioso
Contemplo
In alto
Inutilmente
Come
Sonnambulo sul baratro
Lungamente
Scavato
Goccia a
Goccia
Goccia
Goccia
Goccia
Goccia
Fino alla conca distante
Sterrata
Non so da
Cosa
Non so
Gocce
Gocce
Composte
Cadute
Gettate
In astrusi e lesti anni
Fino
Al Tartaro e ai Titani
Che vi abitano.