Magazine Talenti

nella mente di Mimì

Da Paride

Una stanza, un balcone due porte.
il divano è comodo, è quello che ci vuole.
Ho visto la fine in un giorno qualunque, ecco cosa dovete andare a scrivere sulla mia lapide,
che sono morto in giorno qualunque,  di un mese qualunque, e che nessuno mi ha bussato alla
porta prima. Non c’è stato un siediti, mi ha preso alle spalle, mi hanno preso alle spalle.
Che la mia lapide sia anonima,
qui si raduna troppa gente, mi tolgono l’aria, spero capiate, non parlo certo di aria vera …
e che di questi in vita ne conoscevo davvero pochi … alcuni di loro sono giornalisti, ed io,
prima di tirar le cuoia, non è che ci avessi avuto a che fare.
personalmente li ho sempre ritenuti inutili, i più fuori luogo, completamente inadatti a
raccontare un fatto, no ovvio, non faccio un discorso politico, non ho mai creduto nella censura,
anzi, personalmente lo sempre ritenuta un fallimento della democrazia, no, non è che non credo
nel giornalismo, più che altro, non credo nei giornalisti. . .
prendete me, per esempio: mai che mi abbiano cagato di striscio, mai che mi siano venuti a chiedere
niente, poi, appena torno al creatore, puh !  iniziano a tirar fuori tutto. . . meta-anfetamine comprese.
e mandano in onda video che dio solo sa chi glie l’ha messi in mano. Foto come “io col pannolino”, mia madre in diretta che racconta  quanto mi abbia fatto male il primo dente del giudizio, la tipa di cui non ricordo il nome, e che crede davvero di essere stata la mia prima scopata, che ne parla davanti ad un bel microfono … e magari ripensa al mio uccello e a come c’è l’avevo duro allora.
Tutti si interessano a te quando ti spaccano la testa, soprattutto se è lo stato a farlo.
come mi chiamo!? Che conta! Vorrei restare anonimo, perché è così che son morto.
potevo esser un Cucchi, o magari un Aldrovandi o al limite un Giuliani … che importa!?
ora vendo! Vende la mia vita, vende anche la più piccola indiscrezione, ora ho un valore economico,
da morto  faccio più soldi che da vivo, le mie firme si trasformano inspiegabilmente in autografi, persino le cambiali …
Credevo che con la morte almeno la frustrazione sarebbe andata, e invece resta, con lo stesso sapore,
a darmi lo stesso disgusto, lo stesso colpo allo stomaco che in vita mi dava, non cambia un cazzo da morto!
il mondo continua ad andare, il verso è come al solito quello sbagliato, e a vedere tutta sta gente, saper che i più chiedono giustizia, non mi fa sentire meglio. Mi sputtanano in tv, mi danno del tossico! E seppure lo fossi!? Valgo forse di meno!? La mia vita è forse figlia di un dio minore!?
Bruno Vespa ricostruisce la mia vita, per poi percorrere gli ultimi istanti . . . capite!?
Bruno Vespa !!!? prima del mio caso non se ne parlava, ora invece se ne parla troppo e male, sia parla di me senza parlare della mia morte, anzi, tutto si rovescia come non dovrebbe, si finisce a sparlare, facendo salotto.
Qualcuno  continua a dire che me la sono cercata, che avrei dovuto tenermi lontano dai guai . . .
che lo dicano anche alle loro figlie tornate a casa dopo uno stupro!?
ho visto la fine in un giorno qualunque . . . era la mia vita cazzo! Ed è finita in un secchio di sputi.
Mi hanno messo mani al muro e mi hanno spezzato le ginocchia.
mi hanno chiesto di pregare, ma non ho voluto. Allora mi hanno spezzato le mani.
Mi hanno dato del no global come se fosse un insulto,
e mi hanno sprangato, fino a farmi schizzare fuori il cervello.
l’accusa era di  istigazione alla violenza, e credo sia un termine giuridico che grosso modo in italiano
dovrebbe essere tradotto con, “ ero li a manifestare, che mi facevo i cazzi miei seduto a terra quando è partita la carica delle forze dell’ordine, al ché, ho alzato le braccia, continuando a star seduto,  e un istante dopo ero nella camionetta col braccio spezzato, il tizio affianco a me credo sia rimasto a terra, visto come l’hanno conciato.”
Sono morto di infarto, il mio cuore non ha retto,e  questo in tv non si dice! Il celerino mi ha massacrato, la penitenziaria mi ha torturato ed, in ultimo, ucciso, e lo hanno fatto per mestiere,
badate, non perché mi odiassero poi chissà quanto, ma per mestiere.
non basta forse questo ad una notizia!?
<< suppongo di si!>> e allora smettetela di parlare della mia vita come se fosse anche la vostra!
Voglio una lapide senza nome, con un epitaffio che per me abbia senso, <<che ne ricordi la vita. . . non la morte>>, così diceva mio padre, quella resti in coscienza, la lascio al mondo, come monito, e che non mi sia dato un volto, e che il mio volto abbia lo stesso volto degli altri, e che la protesta sia forte, e che ancor di più lo sia l’indignazione,
perché la gente deve sapere come si muore in Italia , così come deve sapere che nel 2006 Di Pietro non ha votato in favore della commissione parlamentare per le responsabilità Politiche degli eventi  del  G8 a Genova, insieme a Mastella! Gridate vergogna!
<< possiamo farle un’altra domanda!?>>
<<no, per oggi ho finito>>.
<< grazie della collaborazione>>
<<si figuri, ero soltanto un amico>>.
<< o si fidi, lei non è soltanto un amico della vittima! E ammesso pure che lo fosse, lei è cmq molto più>>
<<sarebbe a dire!?>>
<< vede, lei ha un valore, e più informazioni e in grado di fornirci e più il suo valore aumenta>>
<< lei così mi lusinga!>>
<< dico solo la verità>>
<< ed è per questo che mi piacciono tanto i giornalisti, sanno sempre riconoscere il valore potenziale di un uomo
… o di una storia>>
<< giusto! Sappiamo bene anche quanto vale una storia>>
<< e sapete dare un valore alla vita!?>>
<< a dir la verità no, non che nessuno c’abbia mai provato, solo che la vita, in se, non fa notizia, quindi non vale nulla>>
<< che mestiere crudele!>>
<< già! … ma non è mica colpa mia, o nostra, sono le persone a non esserne interessate>>
<< quindi se i lettori si mostrassero interessati …>>
<< ragioni bene figliuolo, anche la vita avrebbe un valore>>
<< sarebbe meraviglioso!!>>
<< si potrebbe vendere, e non solo al Diavolo,  al mercato immobiliare, o alle grandi multinazionali>>
<< anche ai giornali>>
<< è davvero uno strano modo di fare affari!>>
o vergognoso!?
<< come le dicevo lei è molto di più di un amico della vittima, di un venditore di notizie, o di un pezzo dell’ingranaggio, o magari, di un lettore!!>>
<< davvero!?>>
<< certo! Se lo ficchi bene in testa, e lo tenga sempre a mente … vede lei  è la vittima!!>>
<< davvero!? Sono tutto io !?>>
<< già, ovvio, non fisicamente, ma si, è anche vittima, ed è per questo che non sa di niente,
sarà senz’altro l’uomo ideale!>>
<<per cosa!?>>
<< per tutto!>>
avrei potuto chiamarmi in mille modi, ho scelto di non averne neanche uno.
chiamatemi rabbia, miseria, rancore, dolore, violenza. . .
chiamatemi pure giustizia. . . chiamatemi come vi pare, in fondo, non sono che un pezzo di un
puzzle, da solo non servo a molto, ne rendo il quadro. . . ma provate a svuotarmi,e a riempirmi,
non sarò più io, avvicinatemi ad altri, altri senza un volto, ne un nome,fondetemi a loro. . .
a tutti quelli che soffrono soli in strada, al freddo, a tutti quelli picchiati in casa …
con tutti quelli che muoiono nel dolore, senza saperne il motivo . . .
datemi l’età che volete, e non  ne avrò nemmeno una.
Diventerò più antico di mio padre, e griderò più forte.
Morti sul lavoro!? Cosa possono mai centrare con un tossicodipendente!?
ma provate per un attimo a chiamarmi Giustizia!
e ripetetelo forte, in modo ossessivo, ogni giorno, in ogni ora, di fronte ad ogni istituzione,
persino in tribunale.
vittime di mafia!? Cosa centra con uno morto in carcere!?
soltanto il silenzio ha unito il vicinato a Ferrara nel 2005.
<< quella donna era in cinta mentre manifestava a Genova, pare abbia perso il bambino, andiamo ad intervistarla!>>.<< non lo sa!?>>.<< cosa!?>>.<< del g8 non si può parlare>>,<< capisco!>>.
Io no!
provate a giocare con i titoli dei giornali, traduceteli !
barbone muore di freddo su una panchina di Milano, con, essere umano muore assiderato nel comune di Milano. Chiedetevi se è giusto,  o vi siete persi anche voi!?
chiedetevi se è giusto. . .
Questa storia non parla solo di me, la mia morte non è solo mia …
perdo di vista il concetto.
mi perdo.
c’è una radio, un pezzo degli Stones, l’ascensore continua a salire.
non sento più nessuno. Sono solo. Attendo la mia fermata.
il tempo passa, l’ascensore finisce i piani, ma continua a salire, attraversa il tetto, la città e li,
sdraiata sotto di me.
Sono sorpreso. Non capita tutti i giorni di attraversare il cielo a bordo di un ascensore.
guardo i pulsanti, li premo tutti, l’apparecchio fa un rumore strano, va in tilt.
Ecco. . . raggiungo i duemila metri e non posso fermarmi, continuo a salire.
<< si paziente!>>
<<tu chi sei!?>>
<< non importa, ora goditi il panorama>>.
<< dove sei!?>>
<< ovunque tu voglia, potrei essere dentro il gabbiotto, ma anche fuori>>
<< … potrei essere sotto di te, o anche sopra>>.
<< …>>
potrei esserti dentro…
<< o anche avanti, o dietro!>>
<< ma che cazzo mi sta succedendo!? Di un po’! son morto!?>>
<< no, caro, non sei morto!>>
<<allora sto dormendo!? Che sia in coma!?>>
<< capisco che tu ti senta spaesato, capita a molti …>>
<< ma da dove mi parli!?>>
<< non sei mai stato così lontano da te stesso!?>>
<< non capisco!>>
<<vuoi che io abbia una forma!?>>
<< puoi averne una!?>>
<<solo se tu lo vuoi!>>
<<lo voglio!>>
qualcosa mi prende da dietro, sento il suo tocco, il suo tatto, si spinge in avanti, vedo il viso.
<< eccomi! Sai dirmi se è cambiato qualcosa!?>>
<< una donna nuda in ascensore a due ore dalla luna, non passa certo inosservata sai!>>
<< ma non sono una donna!>>
<< e cosa sei!?>>
<< è complicato>>
<< dove siamo!?>>
<< in un ascensore!>>
<< lo vedo>>,<< no! ti sbagli, tu credi di vedere ma in realtà, non puoi, non ancora almeno>>
<< se volessi potrei forse riuscire a vedere!?>>
<< ho paura che questa volta solo volerlo non basti>>
<< non capisco, dove sono!? e che ci faccio qui!?>>
<< puoi avermi, se vuoi, e se entrerai in me, vedrai anche tu quello che vedo io, e forse ti sarà più facile capire>>,<< mi stai chiedendo di scoparti forse!?>>,<< no, è un modo come un altro, una possibilità, c’è ne sono tante>>
<<  si ma, così informale, in un posto così innaturale, senza neanche uno stimolo, da l’idea di una visita medica>>
<< fidati, non lo sarà, ma questo soltanto se lo vorrai, se lo desidererai veramente, entrare in me, sarà una nuova nascita, sarà un compleanno, un venire al mondo, il tuo compleanno, una rivoluzione indispensabile
per procedere oltre, ho il compito di seguirti, ho il compito di mostrarti. Ti aspettavo da una vita, e la vita qui, è lunga e noiosa, ma adesso no, ora è diverso, tu ed io, insieme, tutt’uno, e non avrai un noi, non ci sarà una semplice composizione, un tu ed io, insieme, no, queste sono banalità, si parla di somme, uno più uno fa sempre due>>
<< e allora cosa!? Non ti seguo, non capisco!>>
<< uno più uno, sta notte, e per l’eternità farà uno. Soltanto per te, soltanto con me>
<< mi stai forse dicendo, che dopo, non ci sarà più  ne un tu ne un noi>>
<< si ma non solo>>
<< ed io sarò sempre io!?>>
<< mi dispiace, credo che questo non sia possibile; per quello vanno bene tutte, una donna qualunque potrebbe darti una cosa così, non sarebbe stato allora necessario arrivare quassù e scomodare l’Arte>>.
<< quindi cambierò …>>
<< se questo ti spaventa, perché mi hai cercato!?>>
<< io non ti ho cercato!!!>>
<< e invece lo hai fatto, e ora sei qui, e  devi scegliere, di occasioni ne verranno altre, o forse no, non pensarci ora>>
<< …>>
<< chiediti solo se lo vuoi, solo questo, vuoi!? Io sono pronta, non vedi i miei seni, non vedi come sono bagnata!? Non senti i miei umori, sono pronta !!>>
<< li sento e come, la voglia è tanta>>
<< allora fottimi con amore!>>
<< non so se sono in grado>>
<< prova!! Lo sento duro, lo sento pulsare, é bastato toccarlo, ecco ! vedi!? Così …>>
<< vedo … >>
<< ora lo metto dentro, fai piano, così . . . ecco, mi senti!? Chiudi gli occhi …>>
<< ti sento, qui fa caldo, scivolo … scompaio. . . mi perdo …>>. A queste altezze, nel mezzo della notte ne capitano di cose strane. L’ascensore è andato, le sono dentro, l’ascensore cade, continuo a restarle dentro,
il cielo si apre, le nuvole collassano le une sulle altre, continuo a muovermi, mi stringo forte, continuo a tenere gli occhi chiusi, vedo qualcosa …
una stanza!? Altre porte . . . dove sono!?
<< la stanza dell’inferno è un luogo insolito per fare conoscenza!>>
< chi parla!?>>
<< eppure siamo qui, io e te, e tu hai voglia di provare  un nuovo gioco, e partecipare ad un altro massacro>>
<<… >>
<< magari l’ultimo!? Vero!?>>
godo, continuo a godere, che stia ancora nell’ascensore!? Che non me ne renda conto!?
“tranquillo, tieni gli occhi chiusi”.
<< e adesso baciami se vuoi oppure mordimi, stringimi, spingi, e leccami, non avrai che questo! Qui non c’è pace. . . siamo all’inferno , è un luogo insolito per fare conoscenza,>>
<< o per cercare amore! Capisco …>>
<<ecco, bravo! Ora vieni! So che lo vuoi, desideralo, vieni!>>.
qualcosa mi tira la pelle, apro gli occhi. Un guanto mi afferra per il collo, una mano di lattice non è il massimo del contatto, ma va bene. Non capisco. Cresco e decresco, chi sono loro!?
li guardo, li fisso, non ne vedo le facce, la donna sdraiata sul lettone dovrebbe essere mia madre, ma non le assomiglia poi molto. Tutto sembra accartocciarsi, come un foglio di carta.
lo spazio il tempo, non hanno poi molto senso, non contano nulla.
reazioni, questione di attimi, pensieri, flussi migratori, si muovono in branco, per poi sfrecciare, dividersi,
scomporsi … sono troppi per poterli contare,come  tante biglie, un vaso rotto, uno spazio. . .
è infinito, lo spazio si fa sfera, poi si allunga, cambia è un ellisse, continua la trasformazione, non si ferma,
è inarrestabile, lo spazio … continua a distorcersi,  l’ellisse si fa retta. Ecco la mia vita è in quella retta, l’intero universo è in quella retta, ma è anche una sfera.
in ogni tratto, un mio momento,una stanza di vita, in mezzo a tante, tanti momenti, momenti d’altri, momenti che non appartengono a nessuno, li vedo tutti contemporaneamente, stanze sempre più affollate, e tanta gente, non solo volti, ne facce, ripercorri tutti loro, e di tutti loro sai tutto, non ci vuole che uno sguardo, e ritorni a te, e ti senti in mezzo a loro e li vivi tutti contemporaneamente.
<<questo è un posto davvero molto strano, sei forse tu!?>>
<< stai venendo!?>>
<< non lo senti>>
<< certo, certo che lo sento, si, sto venendo anch’io>>.
L’ascensore si riapre, un corridoio dannatamente stretto, un Vivaldi accompagna i miei passi, sono vestito da cameriere, la cravatta mi stringe il collo, cammino, muovo i passi, perdo fiato.
lo cerco, e nel farlo inciampo. Cado in terra, mi guardo intorno, non c’è nessuno.
Mi rialzo piano, seguo  l’odore di nafta, è fetido. Una porta, la apro.
la stanza in cui mi trovo  da l’idea di un posto dove si gioca forte, tutto chiama soldi.
dalla stanza si passa ad un salotto, si gioca a poker, la posta  è alta.
tanti  piccoli tavoli intorno, vado avanti, la stanza è molto profonda, c’è una zona riservata,
in cui non entrano tutti.
<< gradirebbe qualcosa da bere!?>>
<< un whisky grazie>>
<< con permesso>>
<< scusi! Saprebbe dirmi dove mi trovo!?>>
<< non so se potrei, se non lo sa lei …>>
<<è che proprio non mi riesco a raccapezzare, è tutto così strano per me!>>
<< guardi, posso dirle solo questo: qui la posta è alta, se non è convinto è meglio che vada!>>
<< Caterina non fare attendere il cliente, vada su! Si muova!>>
che strano ometto, sembra conti qualcosa qui, mi volto, tutti a capo chino, tutti fermi.
<< se vuole accomodarsi l’accompagno al tavolo>>
<< grazie, ma almeno lei, sa dirmi dove siamo!?>>
<<”qui” è un concetto superato, non c’è un dove, ne un quando, e se devo essere sincero, non
ho mai capito il perché dei così pochi ospiti, visto che è luogo facilmente accessibile, pur non trovandosi da nessuna parte!>>
<< ma è per caso l’al di là>>.<< ah ah ah ah ah , lei è un ospite davvero simpatico!>>
<< non capisco! lei chi è!? È forse dio!? Il diavolo!? Oppure non so . . . >>
<< Dio!? Diavolo, non  ne ho mai sentito parlare>>
<< quindi chi sei!?>>
<< uno dei tanti, ma per te oggi sono il tuo giocatore>>
<< a cosa giochiamo!?>>
<< a poker >>
<< ecco il tavolo, le presento  Cinzia, il nostro croupier, bella donna vero!?>>
<< può dirlo forte …>>
<< allora avanti, glie lo dica!?>>
<< cosa!?>>,<<come cosa! su avanti, non faccia il bambino, che cosa aspetta!?>>
<< Cinzia lei è davvero una splendida donna>>
<< grazie>>
<<si figuri, comunque scusi, ma mi stavo chiedendo, si insomma, non vedo le fish!?>>
<< non si preoccupi, qui non  si giocano soldi, ma pensieri, al massimo ricordi!>>
<< e a cosa mi servirebbe giocarmi un pensiero, perderlo, acquisirlo, non vedo, non capisco il …>>
<< il perché è molto facile, lei non da il giusto peso ai pensieri, alle esperienze, ai ricordi>>
<<  se vuole giochiamo>>
<<se lei vince, signore, i miei pensieri passeranno a lei come se le fossero sempre appartenuti>>
<< e cosa ci guadagno!?>>
<< c’è forse un prezzo ai pensieri della morte!?>>
<< suppongo di no>>
<< allora avanti, Cinzia, dia carte>>.
la cameriera di prima, Caterina, è in piedi, dietro di me, mi lascia il whisky sul tavolo.
Bevo.
il croupier da cinque carte, si gioca all’italiana, all’apertura ho puntato la mia maturità, l’ometto
dice di mettere sul tavolo l’intero rinascimento .. .che stia volando basso!?
guardo le carte ho una coppia di quattro, potrei tentare il colore di picche, ne ho tre, ne mancano due.
la morte si guarda le carte, poi mi fissa, poi controlla, ne cambia tre, aspetto che le guardi sperando si tradisca in qualche gesto, ma niente, è  impassibile. Ferma.
Ne cambio due. La morte va pesante, punta il primo omicidio della storia umana.
Inizio ad esserne interessato, voglio sapere, mi sento curioso, il primo omicidio, essere li, in quel momento,
cosa darei, voglio sapere, voglio vederlo, viverlo, chissà che faccia aveva il primo uomo.
<< cambio due carte>> , << a lei!>>,<<grazie>>…
niente colore, scopro lentamente, tris di quattro!!! Ma che dico  poker !!!
ci punto la comunione. Mi dicono che non basta. Allora butto nel mucchio anche la terza media. Continua a non bastare. Bene, allora ci butto tutto; l’università, la mia prima sega, il liceo, la mia prima scopata , la rissa alla stazione degli autobus, il terremoto,  si insomma tutti i miei ventisei anni di vita, di merda!
mi guarda sorridendo.
<< può darsi che io perda>> mi dice. . .
scopre le carte, sul tavolo, poker di cinque, << ma non oggi, io vinco, lei perde tutto>>
il whisky sale in testa, cado dalla sedia, svengo, il pavimento a poco a poco, lo sento sempre più fluido,
vengo risucchiato, un tombino aperto, una strada scarsamente illuminata, cado in quel tombino, scivolo nelle fogne.
lei è accanto a me, mi carezza, mi bacia, sembra ancora più bella di quando eravamo su, in quell’ascensore.
siamo nudi, e sporchi, puzzo di nafta mista a merda, intorno niente, solo la fogna, e qualche residuo di spazzatura, lei apre gli occhi.
<< alla fine sei venuto, come ti senti!?>>,<< non lo so>>.
è un inizio vero!?, suppongo sia così!?<< sai dove siamo!?>>,<< al mondo>>.
<<vuoi andare!?>>, << non ora,restiamo qui, ancora un po’>>.
<<si sta bene vero!?>>
già.
le fogne sono un luogo come un altro. Poggio la schiena, chiudo gli occhi.
la luce, la luce filtra, la finestra è aperta, ottobre porta il gelo, e te lo porta in casa. Dovrei chiudere quella dannata finestra, dovrei ma non so, adesso.
Apro gli occhi, un divano,ecco dove poggio il culo su di  un divano, il mio.
è casa mia, intorno gente, è la mia festa di laurea, devo aver esagerato di nuovo con i miei vizi.
Riccardo mi guarda, non riesce a parlare, ha gli occhi che parlano per lui, è fuori!
<<Ciccio tutto ok!?>>
<< tutto ok capo! >>, << hai collassato come un idiota sul divano>>,<<già, sono a pezzi!>>,<< hai sentito del tizio che hanno picchiato gli sbirri!? Ne parlavano al telegiornale>>,<<non lo so, ero sfatto, stavo fuori>>,
< ma ora  tutto bene!?>>,<< si, capo, ora tutto bene!>>
<< Da domani si cerca lavoro!>>
<< non mi ci far pensare>>
<< sai, qualcuno dice che è come venire al mondo per la seconda volta>>,
<< non credo sia proprio così>>,
<< e perché!?>>, << perché perderlo vorrebbe dire . . .>>
<< capisco …>>
<< come capisco!? Capo!? Sicuro che … >>
<<siamo in un altro ricordo vero!?>>
<< questo è già avvenuto!!!>>
<< è piantala Ciccio, era solo un lavoro, non senti che dicono in tv? devi reinventarti ! infondo  non sei morto, ed hai ancora cinquant’anni, riuscirai a ricollocarti, troverai la strada, ne sono certo!>> ,<< non ancora vuoi dire>> ,<< Cosa non ancora!?>>, <<non ancora morto volevi dire!>>.<< pensa a come ricollocarti>>,<<…>>,<< allora!?>>,  non so…


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