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Nella scrittura efficacia significa anche coerenza

Da Marcofre

Perché un simile titolo? Adesso spiego.

Nei ritagli di tempo scribacchio un racconto (di cui ho fornito anche l’incipit un po’ di tempo fa). In una delle mie riletture sono incappato in un errore di coerenza.

Il protagonista ogni giorno esce di casa e compie una serie di azioni: più o meno sempre le stesse. Quali sono lo si scoprirà un giorno se riuscirò a chiudere queste, e le altre storie, e a metterle online.
A un certo punto la moglie gli telefona e dice:

- Ci sono i bambini da portare a scuola -.

Tra l’incipit e questa frase c’è una certa distanza, perciò è facile non prestarci troppa attenzione. Perciò la leggi e passi al resto.
Solo di recente ho capito la sua incoerenza.

Se una persona (il marito), ripete le medesime azioni ogni giorno, la moglie non può uscirsene con una frase del genere. Voglio dire: è inutile che lo chiami ogni giorno per ricordargli che i figli sono da portare a scuola. Siamo a febbraio, ed è ovvio (nel racconto, prima di questa frase, si spiega che siamo a febbraio).

Semmai, telefonerà per avvisarlo che esce per condurre a scuola i figli. Come di solito si fa tra marito e moglie: si parla.
Forse è solo la mia pazzia che mi spinge a osservare queste cose: però ho modificato la frase con un più coerente:

- Porto i bambini a scuola. Ti serve niente? -.

A me pare che questa funzioni meglio. In un certo senso comunica un senso di attenzione, di premura che rende lei, e lui, un poco più reali.

Qui si potrebbe aprire un altro discorso. Qualcosa del tipo: chi vuoi che se ne accorga? Il punto è questo: la faciloneria con cui si affronta la scrittura. Non voglio certo affermare di essere in grado di scrivere in maniera sublime. Però se ti prendi il tempo, e procedi coi piedi di piombo, scorgi difetti che prima non vedevi affatto.

Non importa che il lettore non apprezzi. Voglio dire: se mi fossi deciso a pubblicarlo nella prima versione, forse avrei persino ricevuto dei complimenti. Chi legge non ha l’occhio per questo genere di cose. Scorge gli errori, le ripetizioni, i refusi: ma per queste incoerenze non ha la necessaria attenzione. Forse è per questo che c’è così tanta cattiva letteratura sugli scaffali delle librerie?

Di solito, solo un lettore di ferro è capace di individuare quegli aspetti che paiono filare, mentre alla lunga, sommati ad altri che paiono filare, finiscono con l’azzoppare la storia. Un lettore di ferro o un editor…


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