7 novembre 2013 Lascia un commento
Confesso molta perplessita’. Non capisco come siano passati al vaglio di una produzione hollywoodiana, i primi 20 minuti intasati da uno dei peggiori abbordaggi della storia del cinema, pedanteria senza fine dopo la quale si auspicherebbe l’arrivo di qualcuno che finalmente stendesse De Niro a cazzotti feroci in bocca, tanto e’ irritante e noioso. Nel suo personaggio alberga uno psicopatico piuttosto che un artista bizzoso e pieno di se’ e francamente inquieta al punto da sperare per lui il peggior destino possibile.
Il resto non e’ che faccia molti passi avanti. Dopo l’irritazione iniziale, si recupera verso la fine ma e’ una sofferenza arrivare in fondo. Cosa doveva essere tutto questo? Un omaggio a Broadway, ai musical, al mood di una citta’?
Da qualunque parte la sia guardi, e’ un fallimento dal quale si salva solo lei, Liza.
Voce straordinaria ed e’ difficile trovare i giusti superlativi per un’interprete che lascia senza fiato.
Non m’interessa neppure la Minnelli attrice, brava ma persa nella confusione generale, quando con la voce copre di luce tutto cio’ che la circonda.
Flop non abissale ma considerevole, ebbe parecchie ripercussioni sulla carriera di Scorsese.
Malvoluto da molti, quasi tutti, oggi si tende a dimenticarlo, salvando il solo tema del film, quel "Theme from New York, New York" che tanta fortuna ha portato alla Minnelli anche grazie all’interpretazione di Sinatra poco tempo dopo ma non dimenticherei ogni singola canzone da lei interpretata.
Nel bene e nel male un pezzo di storia, da guardare poi andare oltre.