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Creato il 16 giugno 2012 da Sidast

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Con la piaggeria, e il trionfalismo innato nei sindacalisti di serie inferiore, Enrico Di Maio ha pubblicamente ringraziato il Vice Presidente dell’Ast, Gaetano Tafuri, per avergli ottenuto, assieme ad altri compari, un incontro nientemeno che con Sua Maestà Raffaele Lombardo per parlare, praticamente, del nulla ! Per Tafuri non è stato certamente un grande sforzo, considerato che con Lombardo ci sta di “casa e putia” e che sicuramente avrà possibilità d’accesso perfino in bagno magari quando sta facendo pipì…. Il problema è sapere di cosa ha parlato la folta delegazione sindacale che pare essersi fermata a discutere di una legge, mai approvata in sessanta anni di vita dell’Ast per consentire a quest’ultima di irrorare multe ai portoghesi, senza che vi sia in Azienda il personale abilitato a ciò e dopo che si sono abbandonate le linee più ricche di passeggeri e lasciato in vita le corse che non portano passeggeri paganti, compresi quelli di nazionalità portoghese.

 

Di ben altro avrebbero dovuto discutere i valorosi difensori dei diritti dei lavoratori messi a dura prova, ultimamente, proprio per loro colpa. Prendiamo, ad esempio, l’azzeramento dello straordinario e l’avvio di turni rinsecchiti che dovrebbe verificarsi da qui a qualche giorno: né l’Azienda, né i Sindacati, a detta del Dr. Vajola unici garanti dell’integrativo aziendale possono avallare una simile decisione. Il contratto integrativo, infatti, firmato a suo tempo, poi rinnovato alle stesse condizioni e attualmente in vigore,  anche se in regime di prorogatio, assicura al personale un tetto massimo di trentasei ore mensili di prestazioni straordinarie inserite nei turni che non possono essere minimamente intaccate se non dopo una formale disdetta del contratto stesso e un suo eventuale rinnovo. Ciò perché le prestazioni straordinarie effettuate dai lavoratori Ast hanno costituito, da sempre, una sorta di “salario differito” sostitutivo di tutta una serie di voci contrattuali presenti nelle Aziende consorelle che non sono mai state estese al personale Ast e che, al limite, potrebbero trovare ospitalità in un nuovo testo contrattuale che non preveda più, con grande gaudio di tutti gli interessati, prestazioni extra di quelle previste dalla contrattazione nazionale del settore.

 

L’eventuale protesta dei lavoratori Ast, pertanto, non andrà rivolta alla sola Azienda ma estesa anche alle organizzazioni sindacali firmatarie di un contratto che, quali co-gestori non sono in grado di far rispettare non alla controparte ma ai “compagni di merenda” loro sodali.

 

Intanto bruttissime novità per quanto riguarda la “privatizzazione” dell’Ast: Raffaele Lombardo e il suo luogotenente Tafuri, dopo aver approvato un fallimentare bilancio, sembrano fermamente decisi a vendere o magari a svendere quote azionarie della Società ridimensionando fortemente la partecipazione della Regione Siciliana (che sembrerebbe essere cosa loro) nella Società forti di alcuni pareri legali qualificati che definirebbero legale l’intera operazione, previa rinuncia o previo divieto da parte di Antonello Montante ad esercitare il  diritto di prelazione nel caso di vendita che dovrebbero così risultare assolutamente trasparente ed aperta alla libera concorrenza da parte di altri Soggetti interessati (anche se dovessero avere gli “occhi a mandorla”….).

 

Noi del Sidast continuiamo ad avere seri dubbi sulla faccenda, siamo contrarissimi a che l’Ast venga privatizzata dopo essere stata ridotta ad un colabrodo da un irresponsabile che “responsabilmente” si è dimesso o che, più verosimilmente è stato “dimissionato” in quanto non più difendibile nemmeno da quel Governatore specialista in giravolte ed inversioni ad “U”: come possiamo dimenticare che qualche anno fa ha mandato all’Ast un Vice Presidente per “salvare il Direttore”, poi un paio di concilianti Ispettori per salvarlo una seconda volta dopo dieci mesi di sospensione dall’incarico e, infine, un altro Vice Direttore per “farlo definitivamente fuori”? 

 

Adesso i lavoratori Ast sono veramente davanti ad un bivio: continuare a dare fiducia a tutti i Sindacati aziendali “riconosciuti” che non sono più assolutamente in grado di difenderli e che sono, in pratica, in uno con l’Azienda, “controparte” oppure avere uno scatto d’orgoglio e passare in massa con l’unico vero Sindacato rimasto in Azienda a portare avanti le loro sacrosante rivendicazioni. Ricordate, ragazzi, che il SIDAST NON E’ IN VENDITA !!!!  

 

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