Alessandro Dolce, Newton contro Dio, un pezzetto del suo romanzo….
PROLOGO
Sapeva che probabilmente mancava poco alla sua fine, ma non riusciva a pentirsi di nessuna azione che lo aveva portato fin lì. In realtà si sentiva più vivo adesso che era così vicino alla morte di quanto non lo fosse mai stato.
Il suo probabile assassino lo guardava da dentro la stanza, affannato dopo la lotta, ma con un’aria insoddisfatta, come se il vincitore non fosse lui.
Le mani gli facevano male, il bordo al quale era appeso era cosparso delle schegge di vetro della finestra ormai in frantumi e, come se la situazione non fosse già abbastanza difficile, il bordo era scivoloso per la pioggia che cadeva fitta.
Il suo aguzzino era pronto per sferrare il suo ultimo attacco, poi tutto sarebbe finito. Eppure lì, appeso al bordo della grande finestra capì cosa doveva fare.
Contrariamente a ciò che ogni persona razionale avrebbe fatto e anche a ciò che il suo assassino si aspettava staccò la mano sinistra dal bordo a cui era appeso facendo forza solo sulla destra che per un attimo gli fece ancora più male. Infilò la sinistra nella tasca posteriore dei pantaloni e ne trasse un fogliettino di carta stropicciato. Con grande fatica, cercando di non perdere la presa lo porse al ragazzo che gli stava di fronte.
Il ragazzo lo guardò dall’alto e non capì.
Attese resistendo con il fogliettino stretto nella mano tesa. Era determinato, una forza incredibile lo pervadeva. Non mollò la presa e attese ancora.
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Buona lettura
Alessandra