Nell’attesa dei graditi articoli di Annamaria, torno a parlare un po’ di scuola, o meglio delle proteste contro i tagli che anche il governo dei tecnici non ha mancato di operare. Gli studenti hanno manifestato il 12 scorso a Milano (foto in alto) e partecipano con molti altri gruppi all’odierno No Monti Day di Roma. In attesa del 17 novembre, giornata della scuola.
Il corteo è in movimento proprio ora, aperto dalla delegazione dell’Usb di Taranto che mostra lo striscione: Vogliamo morire di salute. Città blindata: si temono i blak bloc e le loro devastazioni. Anche se arvaro, lettore de Il Messaggero on line, da cui ricavo alcune notizie, commenta (con qualche sfrondone): <Sarebbe come dire paura per gruppi eversivi di destra come casapound e forza nuova che si infiltrano nelle manifestazioni pacifiche, sfasciano tutto e poi addossano la colpa a questi fantonmatici black blok che in realtà sono proprio loro stessi (teste rasate e vestiti di nero).Chiedetevi perchè la polizia non li carica mai, non li acchiappa mai e vi darete la risposta.> Mah!
Per tornare alla scuola, non c’è dubbio che i nipoti abbiano ragione di lamentarsi per svariate e pesanti carenze: materiali (a partire dagli edifici a rischio), culturali (arretratezze e disfunzioni), nonché civili e persino morali. Discorso troppo lungo e in fondo off topic per il blog. Quale ex docente voglio almeno rimarcare come queste giustificate proteste finiscano per arroccarsi a difesa dello status quo, difettosissimo da decenni. Mancano, o non riescono a essere comunicati, gli elementi propositivi, non emerge l’immagine dell’istruzione quale dovrebbe essere per metterci al passo con la contemporaneità senza rinunciare a una robusta formazione di base.
E’ difficile essere giovani (ma anche anziani, disoccupati, donne, stranieri , esodati, malati…) nel nostro Belpaese.
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