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No al “mulesing”!

Creato il 04 novembre 2011 da Rossellagrenci
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Se noi uomini non fossimo tanti ciechi da capire che la Terra era ed è il nostro Eden, non ci saremmo trovati a scegliere, addirittura, se poter indossare o meno un capo di lana! O, quanto meno, un capo di lana proveniente dagli allevamenti australiani che praticano il Mulesing.

Come scrive l’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali):

“Il 50% della lana merino utilizzata nel mondo proviene dall’Australia, dove  le pecore vengono sottoposte ad una pratica chiamata “mulesing”.
Questa procedura consiste nel bloccare l’animale con delle barre di metallo e tagliare lembi di carne viva dall’area perianale, inclusa la coda, lasciando così la carne viva e sanguinante. In questo modo si evita che la pecora sporchi il suo vello con gli escrementi o che le mosche depositino le loro uova tra la lana. Il tutto si svolge senza alcun tipo di anestetico e con l’uso di cesoie da giardinaggio, sebbene esistano dei metodi di controllo ben più miti.
È evidente che alcuni animali non riescano a sopportare tali torture e muoiano a causa di infezioni, ma nel contesto dei grandi numeri è ininfluente, in quanto questo trattamento risulta comunque più economico per l’industria in questione.
L’OIPA era intervenuta lanciato un appello al Governo australiano e diffondendo foto e video circa il trattamento a cui sono quotidianamente sottoposti gli animali.

La casa di moda svedese H&M ha recentemente annunciato la presa di distanza anche da questa pratica crudele e barbarica. Una delegazione di allevatori australiani si è recata a Stoccolma nel disperato tentativo di convincere H&M a recedere dalla decisione presa. Ma a nulla è servito.”

Speriamo che questa decisione venga presa di esempio da altre case di moda. Nel frattempo, cerchiamo di fare scelte più consapevoli!


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