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Noah, la biblica colonna sonora firmata da Clint Mansell

Creato il 07 aprile 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

7 aprile 2014 • Colonne Sonore, Vetrina Cinema •

Il giudizio di Marco Goi

Summary:

Noah è una delle pellicole destinate a far parlare di più quest’anno. Inevitabile, quando si affronta una tematica biblica come quella dell’Arca di Noè e se inoltre a farlo è un regista visionario e spesso estremo come Darren Aronofsky, autore di pellicole acclamate ma anche discusse come Il cigno nero, The Wrestler e Requiem for a Dream. Andando al di là delle polemiche religiose e dei contenuti cinematografici del film, noi ci limiteremo a mettere in discussione la colonna sonora. Anche qui c’è da fare polemica? Ebbene sì.

L’autore delle musiche originali di Noah è Clint Mansell, l’abituale collaboratore di Darren Aronofsky, di cui ha curato le soundtrack per tutti i suoi lavori, a partire dalle formidabili musiche drum’n’bass dell’esordio nel cinema per entrambi, Pi greco – Il teorema del delirio, fino a quelle più classicheggianti realizzate per Il cigno nero. Clint Mansell, che ha iniziato la sua carriera come leader della britpop alternative band Pop Will Eat Itself, grazie alla collaborazione con Aronofsky è diventato uno dei nomi più richiesti nell’ambito delle colonne sonore e di recente l’abbiamo visto, e soprattutto sentito, alle prese con Stoker di Park Chan-wook e con Il lercio di Jon S. Baird. Ma il primo amore non si scorda mai, e quindi con Noah Clint Mansell è tornato a lavorare per Darren Aronofsky.

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Il giudizio sulla colonna sonora di Noah è contrastante. Da una parte, le musiche riescono a fare il loro dovere, è esattamente la soundtrack epica e piena di enfasi che ci si può aspettare per una pellicola di questo tipo. Dall’altra è anche uno score musicale privo di sorprese e da un compositore come Clint Mansell era lecito attendersi qualcosa di diverso, di più personale e inconsueto, in grado di andare oltre i soliti suoni stereotipati da pellicola biblica, appesantiti da un uso spesso eccessivo e in alcuni passaggi persino magniloquente delle orchestrazioni. A tratti addirittura fastidioso. Inoltre, manca un tema musicale in grado di rimanere davvero impresso in mente, come quello memorabile che accompagnava Requiem for a Dream, “Lux Aeterna”, poi utilizzato anche per spot e trailer di varie altre pellicole, da Il signore degli anelli: Le due torri a 300. Non convince in pieno nemmeno il solenne, pure troppo, brano conclusivo “Mercy Is” cantato da Patti Smith. Spiace dirlo, perché il britannico era e resta uno dei compositori migliori oggi su piazza, ma il suo lavoro per Noah si becca una sonora bocciatura. Ci risentiamo alla prossima, Clint.

di Marco Goi per Oggialcinema.net


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