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Noi due

Creato il 04 marzo 2012 da Odio_via_col_vento

 

Noi due

Deux Fillettes dans un Intérieur de Ernest Bieler

 

Eravamo così, tantissimo tempo fa, in un tempo ch solo le belle foto in bianco e nero di una volta sembrano restituirci.
Io ti portavo per mano, sempre un po' protettiva, ma anche guidando e forzando certo il tuo essere "la piccola".

Poi spesso gli equilibri si sono invertiti. Hai scelto, hai trovato, hai seguito una vita diversa dalla mia. Come era giusto e naturale che fosse.

Spesso mi domando, anche guardando i miei figli, se tutte queste differenze non nascano affatto per caso. Sembra quasi che ci sia una volontà, precisa, determinata, talvolta anche in piccolo una volontà suicida, di differenziazione fra fratelli che sono stati tanto uniti da bambini.

Come due anime siamesi che cerchino di rendersi autonome. E se una sceglie per prima, all'altra restano le briciole, le vie tortuose, le stranezze, le alternative.

A te non è andata male: apparentemente, almeno, fai una vita più lineare della mia. Forse sono io quella che si sta arrampicando ancora, nonostante l'età e tutte le conquiste, sull'albero del fagiolo magico.

Poi quelle cose curiose che avvengono fra sorelle (più che fra fratelli, certo, per quei contorcimenti mentali propri delle donne): ti senti sempre giudicata, forse soppesata dal punto di vista del successo. E io non ci penso nemmeno da lontano a farlo.
Mi sento giudicata per il tempo che la mia ansia di fare porta via al resto della mia vita. E verosimilmente non ci pensi nemmeno da lontano a imputarmelo.

Ma siamo sempre a cercarci: telefonate, se non riusciamoa  trovare il tempo. Un caffè: che per noi equivale al latte e biscotti dell'infanzia.
Qualche vacanza, le torte dei compleanni, i regali splendidamente mirati: nessuno ti conosce come me, nessuno conosce me come sei capace di farlo tu.
Le confidenze buttate lì, in modo quasi scontroso, un po' vergognandosi: sei sempre un pezzo del babbo e della mamma e attraverso i tuoi occhi mi sembra che siano loro a giuducarmi. E così è per te.

Un cinema, qualche sera d'inverno: quei film che i miei figli sentenziano "sono molto da voi due, tu e la zia".
Chissà: forse oltre alle espressioni, alla voce, al feroce senso del dovere, i nostri genitori insieme al DNA ci hanno passato anche il gusto per le storie intimiste, per il soffuso e il non gridato, per i toni crepuscolari, per la compassione e l'eleganza?

Vorrei portarti più sepsso con me, come una volta.
Darti la mano, ma per farmela dare. Accompagnarti, ma per farmi accompagnare.
Invece ci sarà solo skype. E il rito antiquato delle cartoline.

 


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