Cavernicoli, sudici, con una lancia in mano che invadono una qualsiasi città di fabbriche inglese urlando frasi sconnesse e lì per lì senza senso, in una lingua tutta loro. Gente che scappa confusa che non capisce cosa stia succedendo, il ritorno all’età della pietra. Panic in the streets. Musica, ma più che musica, urla! Polvere che inispiegabilmente si alza dal cemento, cassonetti in fiamme e vetri di auto spaccati. Rivoluzione, anarchia. Wu Lyf.
L’album non meriterebbe nemmeno un commento. Sovversivi lo sono stati da subito, snobbando stampa, non lasciando dichiarazioni, creando un sito fatto per confonderti le idee, non rivelando la loro identità, comparendo una volta in quattro, un’altra volta in dieci, in foto in cui nascondevano il loro volto dietro a stracci. Sovversivo è il loro disco, confuso, irritante che accende dentro di te la voglia di strapparti i vestiti, afferrare una clava e andare in giro per la città a sfasciare tutto. Ma non fatelo, non siamo ancora pronti per una rivoluzione, come i Wu Lyf, forse, non sono ancora pronti per svelare chi sono, da dove vengono, e perchè lo fanno!