Non ci sono più picconatori all’altezza, Cossiga ci ha lasciato un vuoto, per sostituirlo ci si sono messi in due, Renzi e Sacconi.
Creato il 01 novembre 2011 da Slasch16
Sacconi ha due anni meno di me con l’aggravante di essere un socialista, la categoria peggiore che la politica italiana abbia mai prodotto dal duce in poi, e conosce benissimo la strategia della tensione perchè l’abbiamo vissuta entrambi, con qualche differenza.
Sacconi era dalla parte di chi l’ha studiata, organizzata, coltivata ed istruita praticando il terrorismo di Stato e fondando un nuovo reparto speciale delle forze dell’ordine, gli infiltrati addestrati.
Io ero dalla parte di chi l’ha subita, fortunatamente solo a livello economico e politico, e sono stato al funerale di Guido Rossa sotto una pioggia incessante. C’era anche Sandro Pertini, Sacconi non l’ho visto.
I lavoratori sanno da che parte stare, gli intellettuali ed i sinceri democratici pure e nonostante trent’anni di cultura nazionalpopolare tendente a screditare la politica, il sindacato, i lavoratori, la democrazia, la partecipazione, siamo ancora qui e ci rendiamo conto che il vizio di picconare le istituzioni, la convivenza civile viene sempre da istituzioni dello Stato che fa molti più danni dei black bloc.
La dichiarazione di Sacconi fa venire i brividi, politicamente, a quelli della mia età e non solo, già sentiti troppe volte questi allarmi che puntualmente si avveravano perchè a suonare l’allarme erano gli stessi che organizzavano nell’ombra con l’aiuto dei servizi segreti, e di qualche banda come quella della Magliana, attentati contro la democrazia che servivano solo per imporre il regime di Polizia.
In Italia nuclei clandestini, dice il piccolo clone di Cossiga, auspicando che si diano da fare al più presto per distogliere l’attenzione dal licenziamento libero, dalla crisi e dalla disoccupazione.
Meglio essere disoccupati, dice la saggezza popolare , che prendere un colpo in fronte da chi ti dovrebbe proteggere, la Polizia, come è successo a Reggio Emilia nel luglio del 1960.
Al potere serve che succeda qualcosa di grave per giustificare il giro di vite, il ministro degli interni adatto l’abbiamo, Maroni, istruito direttamente dal mai compianto abbastanza il suo predecessore Cossiga.
Il picconatore istituzionale c’è, l’ex socialista Sacconi, ma il tipo è quello che è, non è uno stratega come Cossiga e non è sibillino come Andreotti, è un socialista dei più stupidi in quanto acerrimo anticomunista.
Il ministro del lavoro, subito dopo l’annuncio di un decreto che chiameremo licenziamento libero, invece di invitare opposizione, sindacati, lavoratori ad un confronto sul da farsi con la scusa di avvisarci da fuoco al pagliaio. Non è inciampato con la fiaccola della pace in mano, ha proprio dato fuoco alla paglia.
Questo è il potere, il governo piduista e fascista che fa la sua parte come i Segni, i Cossiga, gli Andreotti di una volta, ma rimane pur sempre un problema dall’altra parte del campo.
Gli osservatori più acuti della destra, Gasparri, La Russa , Sallusti e Ferrara si sono resi colto che l’opposizione di centro sinistra, pur sgangherata, è in forte crescita, che i movimenti di sinistra cercano di usare il cervello e cercare unità e non di dividersi per delle fesserie, come fanno da una decina d’anni, con un autolesionismo storico politico che non ha precedenti nella storia italiana.
Ci vuole uno che picconi anche l’opposizione e chi meglio del boys scout fiorentino?
Infatti è subito sceso in campo con il suo piccone, fatto con i lego che usava all’oratorio, e si è scagliato contro i vecchi burocrati del Pd, ha presentato i 100 punti che cambieranno il mondo attraverso internet e si è dimenticato che il 100% dei disperati, disoccupati, precari, famiglie che hanno seri problemi in seguito a questa crisi l’ultimo pensiero che hanno è di navigare su internet alla ricerca di qualche figa, qualche mi piace, o delle intuizioni geniali di Renzi.Vorrei far notare una cosa che, secondo me, è sfuggita ai più e lo dico perchè è sfuggita volutamente all’informazione scritta e parlata del nostro paese.
Qualche giorno prima, precisamente il 23 ottobre, si è tenuto un convegno a Bologna tenuto dagli innovatori del Pd, Serracchiani, Civati ed altri, che non ce l’hanno con Bersani, vogliono semplicemente portare il loro contributo:
Non ne ha parlato nessuno, nemmeno l’elefantino che è attento a tutto, nemmeno Minzolini che non si perde una notizia neanche con la febbre a 40°, per non dire delle ricette che non ci fa mai mancare o l’approfondimento sull’evoluzione del cane della prateria.
Silenzio assoluto da parte del sistema e dell’informazione.
Ma il bimbo prodigio, che la destra ci invidia, eletto sindaco di Firenze candidandosi, e con i voti, del Pd e delle parrocchie ha fatto un convegno dove si è scagliato contro il gruppo dirigente, i reduci vecchi e rincoglioniti come me, ha sciorinato i 100 punti che cambieranno il sistema, grazie a lui, ed i più attenti si sono accorti che come quel ministro tedesco che ha copiato la tesi di laurea ed ha avuto la decenza di dimettersi, lui ha copiato il suo proclama dal Movimento 5 stelle, altri rivoluzionari alla Pannella che, guarda caso, con la scusa del nuovo fanno vincere sempre il vecchio, il peggiore, la destra. Come in Piemonte ed in Molise.
E’ il nuovo che avanza, è la politica del tanto sono tutti uguali, è un modo di impegnarsi che ha inventato Pannella decenni fa, mettere un obiettivo giusto e significativo da usare come bandiera, inattaccabile nella sula giustezza e nella logica, nel manico che regge la bandiera al vento ci metti le 200 stronzate che servono al regime per restare in carica, in nome e per conto del rinnovamento della politica fai vincere la destra fascista o nazileghista.
Bene del convegno di Renzi ne ha parlato persino il bollettino parrocchiale del mio quartiere, si sono particolarmente distinti nell’informarci della “lotta” intestina interna al Pd, il Fatto, Repubblica, Corriere, giornale, padania e tutti i tg di tutti i canali.
Renzi, il rottamatore, ha lanciato la sfida alla vecchia direzione burocratica e vetero comunista del Pd: non voglio un partito che litighi meno, voglio un partito che litighi meglio.
E il meglio della cesta, non ci sono dubbi, è lui.
Quello che ha imparato la ruota della fortuna e la politica all’oratorio, fossi in lui mi chiederei come mai susciti tanti entusiasmi a destra con i suoi interventi. E’ un sistema che usavo anch’io in consiglio di quartiere, quando facevo delle proposte che piacevano ai democristiani, i repubblicani ed a qualche socialista mi chiedevo dove avessi sbagliato.
Ma erano altri tempi, la presunzione non era ancora al comando e non faceva il sindaco di Firenze.
Mi è stato consigliato questo articolo, ve lo ripropongo subito.
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