Magazine Diario personale
Ho comprato il libro del titolo per il sottotitolo (Elogio del perdono nella vita amorosa) e leggendo qua e la dalla quarta di copertina: Questo libro si interessa dell'amore che dura - Indaga gli amori che lasciano il segno - Possiamo confrontarci con l'esperienza del dolore inflitto da chi per noi è sempre stato ragione di vita? - Questo libro elogia il perdono come lavoro lento e faticoso.
Vi dirò subito che devo ancora leggerlo. L'ho messo sul comodino due mesi fa e devo ancora leggere una riga. Non che non pensi mi sia utile, anzi.Nell'arte di perdonare non sono una che eccelle, soprattutto se mi si tocca dove le ferite sono scoperte.Anzi, vi dirò, stasera comincio a leggerlo.Vi si parla di tradimento ed inganno. Un argomento popolare, chi di noi non ci si è confrontato a prescindere dalla parte in cui stava?
Personalmente ho spesso usufruito del dono delle corna e dell'inganno. Quando ho desiderato ingannare e tradire ho preferito tagliare e non è detto che sia questa la soluzione.Non mi sento migliore perché non tradisco e non inganno, spesso anzi è una condanna perché essendo come sono, metto l'asticella dove probabilmente poi per chiunque diventa impossibile saltare.Oppure il mio rigore drastico suscita un irresistibile desiderio di tirare giù l'asticella e vedere cosa succede. Se mantengo quello che dicevo, che per me è intollerabile, salvo poi lo stupore, perché sì, quasi sempre va a finire così.
La vita di noi rigorosi è dura e da fuori non si capisce quanto.Quanto sia difficile essere saldi ai propri principi a prescindere. Essere sempre sinceri. Essere sempre lineari.Uno stress che ti consuma, ma non potresti essere diversamente.Come per tutte le manie, anche questa ha le sue ragioni, spesso diversissime oppure tutte uguali.Io soffro di iper-controllo, di bisogno di dimostrare che io non sarò così (non tradirò, non ingannerò, non farò finta di nulla di fronte all'orrore, come invece mi è toccato più di quanto avrei voluto). Le radici del mio danno sono lontane e profonde e la prima vera spinta di guarigione è stata diventare genitore e cercare - per quanto possibile - di essere migliore.Non posso dire che non farò e non ho fatto o faccio errori. Magari non gli stessi, magari diversi, magari anche peggiori. Ma la mia asticella è sempre lì e per quanto io sia stanca, piegata, provata riesco sempre a saltare di la. Anche se non mi rimangono energie per altro, ed anche qui non è detto sia un bene.
Ma torniamo al perdono ed al suo elogio.Non so se sono capace di perdonare, in generale.In passato non ho saputo (voluto) tollerare l'inganno. Devo dire che se parliamo degli uomini, laddove inganno va a braccetto con tradimento, non credo volessero il mio perdono. Il tradimento è spesso un modo alternativo per togliersi da una relazione insoddisfacente ed io anche un po' lo capisco, pur non praticandolo. So per esperienza personale quanto sia doloroso e faticoso lasciare solo perché non ti amo più. Paradossalmente essere lasciati senza un motivo pratico risulta all'abbandonato molto più intollerabile che essere lasciati perché si è combinato qualcosa o perché chi lascia ha qualcun altro in vista.E quindi dicevo, capisco che dopo averci provato e dopo aver visto quanta fatica si fa a far accettare all'altro che semplicemente è finita non ci si voglia imbarcare in tante spiegazioni e discussioni e ci si dimentichi di dire a chi è in carica non ti amo più prima di dire a qualcun altro ti amo.
Il punto è che per me la ferita non è tanto il tradimento tout court.La ferita è il tradimento della fiducia, il non sapere se a quella persona puoi credere oppure no, se le puoi mettere la tua vita in mano.Mi spiego meglio. Nessuno è infallibile, può capitare. Puoi anche andare a letto con un'altra per mille motivi tuoi o nostri. Puoi farlo perché non vuoi più stare con me, oppure puoi farlo anche se vuoi stare con me.Ma se io lo scopro solo perché mi improvviso Tom Ponzi, se tu neghi e spergiuri a meno che non ti trovi con le spalle al muro. Ecco è lì che la fiducia crolla.Io perdono gli errori, non perdono che mi si prenda per i fondelli.
Tuttavia capisco che per molti sia far la punta al c.Che siano sottigliezze ed infatti sicuramente leggendo Recalcati capirò esattamente cosa voglia dire perdonare e magari anche che non son capace davvero.Oppure mi svelerà il segreto della ricostruzione della fiducia, perché la mia variegata esperienza di ingannata e tradita mi ha insegnato una verità tragica: chi dubita e cerca non si placa del non trovare nulla, si placa solo quando trova qualcosa.
E voi, siete mai stati capaci di perdonare? Vi hanno mai perdonato?
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