28 NOVEMBRE – Si sa, nel calcio come nella vita non può essere sempre domenica. Nella partita contro i viola, Mandorlini ha tentato di ripetere il fortunato exploit di San Siro, puntando ancora una volta sull’estro di Saviola, nel disperato tentativo di rimettere in parità l’incontro. Mossa rivelatasi purtroppo vana visto che non è bastata ad impedire la seconda sconfitta interna stagionale. Attenzione però a ricondurre tutto al tardivo ingresso in campo del talentuoso attaccante argentino perché l’attenta rilettura del match impone un’analisi ben più articolata. Al triplice fischio finale del sig. Di Bello – apparso in più di un’occasione piuttosto incerto – non sono mancate le critiche all’indirizzo del tecnico gialloblù, colpevole secondo alcuni di scelte iniziali e di cambi non del tutto condivisibili. Assieme al mister sul banco degli imputati è finito inevitabilmente anche l’intero reparto difensivo scaligero che con venti reti subite è diventato la seconda peggior retroguardia dell’intero torneo dopo quella del Parma, fanalino di coda in preda a preoccupanti problemi societari.
Ma andiamo con ordine. Per quanto riguarda la difesa gialloblù è oramai chiaro come le aspettative di inizio stagione siano ancora ben lontane dall’essere rispettate. L’innesto dell’esperto Rafa Marquez – le voci più maligne indicano l’acquisto del “Gran Capitan” più come un’audace operazione di marketing che altro – non è fino ad ora riuscito a produrre il tanto auspicato salto di qualità. Se a questo aggiungiamo la cronica assenza di un laterale di categoria – vista la contemporanea assenza per infortunio di Martic e Sorensen contro i viola Mandorlini si è visto costretto a “togliere dalla naftalina” Gonzalez – il quadro è presto fatto. Contro gli uomini di Montella, poi, la “giornataccia” di Moras e l’incapacità di Agostini di arginare le scorribande di Cuadrado e Joaquim hanno fatto il resto. E’ pur vero che in campo ci vanno i giocatori tuttavia, spostando il tiro su Mandorlini, bisogna ammettere che la scelta di schierare Halfredsson nel tridente offensivo in una posizione a lui sicuramente poco congeniale e la decisione di giocare la carta Saviola solo quando mancavano poco meno di nove minuti al termine, non possono certo godere di un’unanimità di approvazione. A parziale giustificazione del tecnico forse l’alibi dell’infortunio di Obbadi – per lui una preoccupante ricaduta di un infortunio muscolare dopo nemmeno quindici minuti dal fischio d’inizio – che ha costretto l’allenatore di casa a rivedere l’intera mappa del match preparata in settimana, ed il fatto, sicuramente non secondario, di aver trovato di fronte forse la migliore Fiorentina di questo primo scorcio di stagione.
Alla fine perdere contro gli uomini di Montella ci può stare ma soprattutto serve riportare l’equilibrio in casa gialloblù, visto che l’obiettivo principale rimane la salvezza. La squadra di quest’anno non è sicuramente nemmeno lontana parente di quella del campionato scorso ma ha comunque tutte le carte in regola per far bene. Certo migliorare sarà necessario ma questo è compito di Sogliano che sicuramente non rimarrà con le mani in mano. La sfida di sabato contro il Sassuolo – ennesimo anticipo stagionale diventato oramai una “discutibile costante” – non deve essere vista quindi come “sfida salvezza” o peggio “ultima spiaggia” ma solamente come un incontro dove ci sarà occasione di riscattare la sconfitta di domenica e dove sarà comunque altrettanto importante riuscire a portare a casa un risultato positivo. Keep calm….
Enrico Brigi
twitter @enrico_brigi
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