da qui
Non importa che il respiro si spezzi ogni momento
nel tempo in cui la regola è morire,
dare fino alla nausea, alla vertigine,
non aspettarsi nulla, oltre il rintocco
di campane appena riparate.
Il regno è all’orizzonte della notte
con la faccia di Pietro, l’idraulico rumeno cui nessuno
affida più il lavoro, dopo l’incidente. In cambio
fu clemente l’auto da cui è stato investito l’altra sera:
dimesso poco dopo, all’ospedale.
Don Fabrizio! – ha gridato, incrociando i miei occhi appollaiati
sui suoi, nel ventre bianco del pronto soccorso cittadino.
Il Natale ha la faccia dei poveri, si nasconde agli scribi
e ai sacerdoti occupati nei riti solenni di una falsa religione.
Per conto mio
non credo più all’inferno e al paradiso:
vago di giorno in giorno
in una vita che non cessa di sorprendermi.