La dea Fama porta alla mia attenzione il «Tunnel Gelmini», recente opera pubblica del governo Berlusconi, che ha giustamente suscitato un vasto interesse negli utenti delle rete internet, non solo italiana. Da internet la notizia è poi rimbalzato nei media tradizionali, della carta stampata e televisivi. Ecco il testo del Comunicato Ufficiale, con tanto di timbro ministeriale:
«Ufficio Stampa
Roma, 23 settembre 2011
Dichiarazione del ministro Mariastella Gelmini
“La scoperta del Cern di Ginevra e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è un avvenimento scientifico di fondamentale importanza.”
Rivolgo il mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico. Sono profondamente grata a tutti i ricercatori italiani che hanno contribuito a questo evento che cambierà il volto della fisica moderna.
Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo.
Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro.
Inoltre, oggi l’Italia sostiene il Cern con assoluta convinzione, con un contributo di oltre 80 milioni di euro l’anno e gli eventi che stiamo vivendo ci confermano che si tratta di una scelta giusta e lungimirante“.»
Quando i media sionisti, alla ricerca del capro espiatorio di turno, tentarono sulla mia pelle l’ennesimo colpo, che servisse ad ogni ricorrenza ottobrina a stimolare il mondo politico, affinché introducano anche in Italia quelle stesse leggi liberticide, che in Germania hanno forse prodotto dal 1994 ad oggi ben 200.000 casi di persone penalmente perseguite per meri reati di opinione, una delle voci che chiese la mia crocifissione fu proprio quella della ministra Gelmini. Fui sottoposto al Consiglio di Disciplina del Consiglio Universitario Nazionale, che nel gennaio 2011 mi assolse con formula piena, per inesistenza del fatto e del diritto. Non avevo mai tenuto le Lezioni che il quotidiano “La Repubblica”, per la penna di un suo collaboratore articolista, specializzato in servizi del genere, mi attribuiva. La causa contro “La Repubblica” deve in pratica ancora iniziare. Non chiamandomi io Silvio Berlusconi la magistratura se la può prendere comoda, ammesso poi che mi renda quella giustizia nella quale non ho fiducia. In questo paese esiste la libertà di diffamare, che viene garantita a chi sta dalla parte giusta. Ma questa sarà un’altra storia che racconterò ad istruzioni dei miei Lettori nella serie del “mostro”, appena redazionalmente ristrutturata e collegata con l’andamento processuale delle cause da me avviate.
Per adesso voglio soffermarmi su ben altro giustizia, che mi giunge dal Cielo e che sembra voglia punire la signora Ministra, che ben si guardò dal chiedermi se davvero le cose stessero come i giornali raccontavano prese per buone le diffamazioni che i media propagavano. Diede aria alle sue corde vocali, dicendosi “allibita” per le mie presunte affermazioni, peraltro sancite dagli artt. 21 e 33 della costituzione, forse da lei mai letti in tutte le loro possibili implicazioni. Un altro caso prontamente punito dalla giustizia divina – non quella terrena sulla quale faccio poco affidamento – fu quello del governatore Marrazzo, che affermava di volermi guardare negli “occhi”, ma la cui faccia pochi giorni dopo vedevo nascondersi davanti a quelle stesse telecamere che gli chiedevano prima di lanciare dardi verso la mia persona. In genere non credo a questi interventi divini, ma la catena degli eventi che da allora si è avviata mi induce a riflettere sulla ruota delle vicende umane. La ruota non si è ancora fermata ed io aspetto fiducioso.Della Gelmini io mi sono sempre chiesto come tanta ignoranza potesse essere assurta al governo della pubblica istruzione e della ricerca scientifica. Vi sono state altre figure di Ministri della Cultura. Ne ricordiamo come emblematica in epoche remote quella del filosofo Giovanni Gentile. Chiunque lavori in un determinato campo ed è in qualche modo soggetto al potere di una persona che regola il settore si aspetta che abbia quel minimo di competenza che consenta di assumere decisioni sagge ed avvedute. Al nome della Gelmini è legata la più devastante delle riforme dell’Università e della Scuola. Mai le proteste sono state così forti. Non posso dimenticare come un altro bel nome, sul quale aspetto la ruota giri, quello del Sapientissimo Gasparri, chiedeva addirittura l’arresto «preventivo» degli studenti che si sapeva sarebbero scesi in piazza. La primavera araba doveva ancora giungere, ma gli stessi personaggi chiedevano in casa propria la repressione di quelle manifestazioni di piazza e di strada, il cui diritto rivendicano in casa altrui. Ahimé sono queste le miserie della politica italiana e della classe politica che ci governa, in maggioranza o all’opposizione, poco cambio e sono uno peggiore dell’altro. Ed è arduo per il popolo italiano riuscire a liberarsene.
Ma per la signora Gelmini potrà il Ridicolo globalizzato riuscire dove le proteste di piazza non sono valse a nulla? Come si può credere che il suo governo della pubblica istruzione e della ricerca scientifica sia governato da una Mente che sa e provvede? Se si legge il libro di Naomi Klein si apprende che uno degli obiettivi della scuola liberista di Chicago era ed è lo smantellamento di ogni forma scuola pubblica. Per un simile progetto ci vuole non un Giovanni Gentile o un Benedetto Croce, o un Dante Alighieri, o un qualunque nome che significhi esso stesso cultura e scienza, ma proprio una Maria Stella Gelmini, che con scienza e cultura non ha nessun rapporto, ma ne è appunto la negazione. Conosco il difetto dei miei post: una lunghezza che ne ostacola la lettura. Qui mi fermo e lancio al popolo della rete una richiesta: le dimissioni di una ministra ignorante, che offende il nome dell’Italia e della sua tradizione in campo scientifico ed umanistico. Silvio, se mi senti, e non sei ancora defunto e sepolto, datti una mossa!