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il capellone George è in fuga dallo stress della città, diretto nella sua casa di campagna; Edna è sulla strada per andare a trovare sua sorella eroinomane: un incidente farà incastrare le loro storie. nel frattempo, nella campagna del Cheshire, dei tecnici sperimentano un nuovo prodotto ultra-moderno per aumentare la produttività agricola in grado di interferire nel sistema nervoso degli insetti, facendoli impazzire e portandoli a massacrarsi l’un l’altro. ci saranno degli effetti collaterali.
I.Veglia funebre per Madre Natura
l’assunto ecologista è evidente: fin dai primi minuti- con la fulminea, iniziale, sequenza urbana- ci si sofferma sul degrado del microcosmo cittadino in contrapposizione alla (all’epoca, almeno) incontaminata purezza della vita in provincia. l’entrata in scena del macchinario industriale- il motore (sia in senso lato che pratico) che da’ il via alla vicenda- è il simbolo della manipolazione della natura, dei suoi frutti, dei suoi componenti, ad opera dell’onnipotente e onnisciente mano scientifica. disposta a modificare gli assetti primordiali per asservirla al suo habitusmentale antistorico e colonialista.
II.Poliziotti si muore
ma Grau non dirige il proprio sguardo irrisorio solo contro l’insolente decadenza della cosiddetta civiltà, ma anche contro i suoi difensori- le guardie che ne garantiscono la sopravvivenza- che qui toccano livelli di paradossale ottusità e, forse proprio per questo, resi ancor più reali e vicini alla percezione dello spettatore e dell'uomo della strada in generale. gli sforzi di George per contrastare l’azione dei morti viventi è un grido che rimane inascoltato, da chi preferisce tenere le mani sulle orecchie e non ascoltare. i morti viventi sono un capitolo a parte: pur nel solco dell’opus romeriano, l’opera tende a distanziarsene dipingendoli non come massa silenziosa, bensì rumorosa, anzi: gemente- come dei sofferenti che tentano di liberarsi da un fardello- un solo corpo che si muove proteso in avanti (ma verso quale fine? osiamo pensare alla "rivoluzione"?), senza incontrare ostacoli, anzi sostenuta dalla contemporanea cecità dell’autorità costituita. il finale, più che a pessimismo o nichilismo (come è stato scritto e si continua a scrivere), induce a riflessioni di tutt’altro genere: il morto vivente è ora il simbolo di una ribellione oscura, primitiva, in antagonismo alla prepotenza delle autorità e di quella scienza che, per migliorarci il mondo, ce lo sporca e distrugge.
titolo originale: Non si deve profanare il sonno dei morti (Italia) No profanar el sueño de los muertos (Spagna)un film di Jorge Grau1974
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