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Non si lava e viene condannato

Creato il 15 gennaio 2014 da Makinsud

Decisamente singolare la condanna della Cassazione a due anni e sei mesi di reclusione per violenza sessuale nei confronti di un pastore di Caltagirone, in provincia di Catania: il signor Mario C., di professione pastore, al rientro dalla consueta giornata di pascolo con i propri animali obbligava la moglie ad avere rapporti sessuali “senza praticare alcuna igiene e pulizia del proprio corpo” come avrebbe invece desiderato la consorte. Dato che questo desiderio, peraltro non eccessivo, non si è mai realizzato, i due coniugi si sono scontrati all’interno di un’aula di tribunale.852462-pastore

Il pastore aveva dei precedenti: era già stato condannato in primo grado per violenza sessuale nel novembre del 2007, ma in seguito la Corte d’Appello di Catania aveva ridotto la condanna, sostenendo che i rapporti sessuali, che avvenivano mentre l’uomo bloccava la moglie impedendole di muovere le mani, erano da considerare “consumati consensualmente poiché la donna “rifiutava i rapporti sessuali solo per la scarsa igiene del marito” ma “vi avrebbe consentito se lo stesso si fosse previamente lavato“. Allora, per le accuse di maltrattamento ai danni della moglie, l’uomo era stato condannato a due anni, due mesi e dieci giorni di reclusione.

La Cassazione, esaminando nuovamente il caso, ha specificato che: “i rapporti sessuali, laddove imposti con la forza dall’uomo, erano e restavano violenti” aggiungendo poi che “la circostanza che la moglie sarebbe stata d’accordo ad avere rapporti completi con suo marito se solo quest’ultimo si fosse lavato, non elimina la violenza del rapporto sessuale“.

La Corte ha infine rammentato, ripercorrendo il verdetto che ha portato alla condanna definitiva del pastore, che il reato è fondato “in tutti i casi in cui i rapporti sessuali vengano in qualsiasi modo imposti, essendo del tutto irrilevanti le modalità e i mezzi utilizzati e le motivazioni che avessero indotto la parte offesa a rifiutare non un astratto rapporto sessuale con il marito, ma il rapporto sessuale da questi preteso (e poi imposto) senza che avesse praticato quella igiene che la donna riteneva indispensabile dato il lavoro svolto dal marito“.

Il pastore da parte sua, aveva presentato un ricorso che è stato rigettato; e oltre alla sentenza di condanna è tenuto al pagamento di una somma di mille euro.


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