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Non voglio lavorare con una donna

Creato il 10 ottobre 2011 da Controcornice
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Non voglio lavorare con una donna

Posted on 10 ottobre 2011 by Non voglio lavorare con una donna

Parlando con un conoscente, che lavora in un ambiente profondamente maschile ma con una certa presenza femminile,  mi ha confessato:

Non voglio lavorare con una donna
" HAI MAI LAVORATO CON UNA DONNA?
E' un casino. Ti scavalcano come niente, vanno dai superiori e per il solo fatto di essere donne vengono accontentate.
C'è da riflettere.
La donna è furba e l'uomo è coglione?
Non abbiamo ancora imparato a gestire ambienti misti? Non so, forse ancora non vediamo la donna come impiegato ma come……. DONNA!

Tutto questo aumenta le difficolta per arrivare ad una parità. A queste condizioni, io non vorrei mai lavorare con una donna e mi rifiuterei se dovessero chiedermelo. Diciamocelo …. la tratterei malissimo.
Ma di chi è la colpa: dell'uomo stupido, della donna che approfitta o di cos'altro? Boh…"

Interessante sfogo!  Mi ha aperto un mondo. Mi dice che infondo anche gli uomini vorrebbero equilibrio nel lavoro, ma, secondo quanto espresso, per arrivare a questo, le donne dovrebbero adeguarsi allo stile lavorativo maschile, alle loro regole del gioco. Se non lo fanno sono scorrette.

D'altra parte, sappiamo che, se le donne non accettano le regole di questo gioco, non arriveranno mai a contare abbastanza da cambiarle, per sostituirle con altre più

Non voglio lavorare con una donna
equilibrate e che includano il modo di lavorare e di pensare femminile.  La scorrettezza quindi, di base, c'è anche verso le donne, ma in quel caso è "normale" e nessuno ci fa caso.

Mi sembra che quello che non viene tollerato è che si usi un'arma di cui gli uomini non sono in possesso: questo è il concetto di  "scorretto" che traspare. Ma non si considera scorretto il fatto che alle donne non è permesso di accedere alla rete di relazioni che si crea con il cameratismo maschile, specie negli ambienti di lavoro.

Allora le donne dovrebbero lavorare come uomini, accettare le loro regole e comportarsi con rispetto per un lavoro in cui "sono state accolte" e dove si sta facendo lo "sforzo di tollerarle e accettarle". Questa è la mia chiave di lettura. In queste condizioni non mi soprenderei se a qualcuna venisse voglia di "scavalcare" un ostacolo!

Ovviamente non condivido l'uso di "scorciatoie" da parte di chi non ha i meriti per accedere a certe posizioni: ma gli uomini insegnano che la competizione è legittima.

Certo la competizione femminile è un "affare" strano, di cui si conoscono solo gli effetti negativi e destabilizzanti. Gli ambienti di lavoro femminili con una forte componente competitiva, vengono considerati l'anticamera dell'inferno, anche dalle stesse donne.

Quindi  è un aspetto con cui anche le donne devono fare i conti. La competizione al femminile è un misto di natura, cultura, educazione e biologia. Poco se ne conosce, ma gli effetti li vediamo e li subiamo tutti, specialmente in un'epoca dove la presenza delle donne nel mondo del lavoro è consistente. Credo che attualmente sia usata male e che sia stimolata da una falsa motivazione "Siamo troppe per dividere una torta troppo piccola".

Mettendoci l'una contro l'altra e giocando "scorretto" che futuro costruiamo?

Secondo me dovremmo usare le nostre energie per cambiare questa tendenza e capire che la torta non è poi così piccola se la prepariamo insieme.

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