- Di Carmen Gueye
Precisiamo subito che non siamo “anti” nessuno. Non facciamo crociate “pro” qualcuno, peraltro. E’ che quando la pazienza ha raggiunto il suo limite e oltre, tacere non è più possibile.
Nel 1993, complice anche la distrazione, per non dir peggio, delle sinistre, un ometto di nome Silvio Berlusconi, a cui lo stato aveva già salvato una volta le aziende televisive, scese in campo ( parole sue), per rinnovare la politica italiana.
Ricordiamo cosa promise: un milione di posti di lavoro, stato laico sul modello anglosassone, liberalizzazioni, meno tasse, pulizia morale dopo Tangentopoli, questi i principali vessilli.
Piacessero o meno quelle proposte, almeno le avesse mantenute: non si è visto nulla di nulla.
Per giunta, il signorotto è da sempre alleato con un partito detto Lega Nord, distintosi nell’ordine per ( e riassumiamo soltanto):
la falsa laurea in medicina sbandierata dal suo leader
la sistemazione sfacciata di parenti e amici nei posti di potere
una condanna per illecito finanziamento
i precedenti di alcuni illustri esponenti ( morso a un polpaccio di un poliziotto, a opera di tal Bobo Maroni, poi divenuto ministro dell’Interno! )
le dichiarazioni xenofobe, per dirla con un eufemismo, di altri eminenti notabili ( leggi Borghezio).
Mister B. rivinse le elezioni nel 2001, promettendo più internet ( oggetto tuttora misterioso per lui) e inglese nelle scuole ( è obbligatorio da una vita, ma forse non glielo hanno detto), oltre a più impresa ( infatti la sua, di impresa, è stata molto valorizzata, le altre tutte a remengo).
Non dimentichiamo poi la proclamata amicizia del ras di Arcore con la chiesa cattolica, di cui il predetto ha sempre dichiarato di condividere i valori: infatti è divorziato e ostenta numerose amanti, anche minorenni, che prezzola.
Tutto questo potrebbe bastare a persone di comune buon senso per non volerlo nemmeno come amministratore di condominio; invece nel 2008, dopo la parentesi prodiana affossata dagli stessi alleati del premier, Silvio vince ancora.
Ricorderemo adesso chi sono alcuni degli eletti di quell’ultima tornata di politiche, nel PDL.
Si arruolarono per esempio:
Daniele Capezzone, già radicale e pupillo adorato di Marco Pannella: auspicava la cacciata di Berlusconi dalla politica italiana, per passare in breve dalla sua parte;
Fabrizio Cicchitto, già in CGIL, socialista e poi piduista, come il suo padrone ( e non è il solo);
Marcello dell’Utri: condannato per mafia e comunque noto frequentatore di un certo genere di ambienti;
Marcello De Angelis: già fondatore di un gruppo neonazista, condannato in via definitiva per terrorismo, autore di un noto inno antisemita in violente parole;
Fiamma Nirenstein, nota sionista, che in teoria dovrebbe aborrire al sedere accanto a De Angelis, ma passa allegramente sopra la propria storia evidentemente: l’importante sono le intemerate contro i palestinesi.
Quelle sopra sono alcune perle della formazione, che annovera fuoriusciti da IDV, consiglieri locali e presidenti di regioni plurindagati, allegre ragazzotte che non sanno fare nulla, ma col merito di essere cortigiane del boss e così continuando: uno solo di loro basterebbe, in un altro paese ( di qualunque mondo, primo, secondo o terzo) a far dimettere tutto un governo e a sciogliere un partito: questi invece si riciclano come se niente fosse.
Dal 2008 a oggi nulla è stato prodotto, non si dice di buono, ma nemmen di rilevante: i problemi del capo sono stati gli unici interessi preminenti sempre e comunque, unitamente agli scandali da basso impero per i quali trova difensori…anche all’interno della chiesa cattolica.
E lo stile, dove lo vogliamo mettere? Insulti su insulti, dalla Bindi alla Merkel; spregio della magistratura ( eppure un tempo aveva chiesto a Di Pietro di fare il ministro…), barzellette oscene in presenza di ospiti internazionali ( in Italia, purtroppo, trova chi ride a battute che un comune prosseneta riterrebbe indegne).
Si dirà: lo votano.
Sì, ma come? Con una legge denominata “porcellum”, voluta sempre da un governo berlusconiano, ove non solo non si scelgono i candidati, ma la soglia di sbarramento impedisce l’ingresso in parlamento sotto il 4%. Bene, si dirà. Forse, se impedisse pure che gli stessi partitini si formassero e prendessero sovvenzioni con la sigla e il consenso di una sagra della rapa…cosicché, al recente scioglimento del governo, il presidente Napolitano ne ha consultato 20!
E’ evidente che tutto ciò non poteva accadere senza l’acquiescenza delle opposizioni, alle quali va addebitata ambiguità e scarsa chiareza di idee, nella migliore delle ipotesi, se non malafede secondo i detrattori, ovvero elettori delusi. E poi c’è Grillo che…sembra contro tutti, ma già ha tirato fuori argomenti “legopidiellini” (no cittadinanza per ius soli) che strizzano l’occhio al berlusconismo peggiore (ricordate quella frase silviesca, “l’Italia non sarà mai un paese multietnico”, chissà dove vive).
Riteniamo pertanto che sia da scongiurare al massimo che Silvio Berlusconi venga rieletto e spieghiamo il perché.
Mettiamo di non avere preferenze politiche particolari, di arrivare adesso in Italia da Tonga o Vanuatu, e di essere desiderosi di informazioni per votare. Di leggersi un po’ di storia degli ultimi decenni, un po’ di attualità, qualche quotidiano.
Verremmo a sapere, tra tante, che per esempio Berlusconi affermò circa che “la nostra civiltà è superiore alle altre” , all’indomani dell’11 settembre, dopodichè dovette convocare tutte le rappresentanze diplomatiche per chiedere scusa; che esaltò senza esitazioni le guerre di Bush, gabellando che avremmo avuto dei benefici, i quali mai si videro; che ha canzonato Obama per il colore della sua pelle; che non ha ricostruito o ristrutturato l’Aquila dopo il terremoto; che ha messo le mani addosso a un sacco di donne ( non consenzienti, e sono la maggioranza) in occasioni ufficiali;che l’economia durante i suoi mandati è precipitata;che cacciò dei giornalisti dalla RAI perché non a lui graditi; che fece prendere in giro un giudice che aveva condannato la sua società, per i calzini azzurri; che i suoi giornalisti calunniano e nemmeno chiedono scusa ( vi piacerebbe accadesse a voi, a un vostro figlio, a vostra madre?).
Potremmo però anche chiederci perché una persona di destra, di quelle all’antica dovrebbe votarlo. La vecchia destra amava l’onestà, lottava contro la mafia (come Borsellino), aveva rispetto per le donne: dove sono finiti quei “fascisti” che sono rimasti tali, ma perdendo le uniche virtù che possedevano?
I conservatori non dovrebbero essere coloro che portano la bandiera di valori sacrosanti (almeno a loro dire) come la famiglia, mentre B. e amici sono quasi tutti divorziati e lui decisamente dissoluto ( nonché abortista confesso)? Non dovrebbero credere nella libertà d’impresa e non nella prosperità di una sola? Le MPI sono in crisi nera e lui ha lasciato che tutto se ne andasse all’estero senza battere ciglio: l’importante è che vadano bene gli affari suoi.
Non parliamo poi di quanti dei suoi sgherri ha fatto eleggere in parlamento solo perchè suoi avvocati o sodali, gente che raramente fa il suo lavoro e più spesso è in tribunale a difendere lui: è questo il valore del lavoro, per loro, l’assenteismo?
E le televisioni, non vorremo mica scordarcele? Unico caso al mondo di un conflitto di interessi peraltro poco contrastato, sono quasi tutte sue: anche la RAI è infestata di giornalisti in ginocchio, che non osano porgli mezza domanda, per non parlare di quelli delle sue emittenti, una pena: fuori può scoppiare la guerra, ti parlano del Milan (che naturalmente è suo pure).
Il nostro rimane nella storia per aver definito eroe un mafioso: neanche questo basta per non votarlo? Insomma, vogliamo scegliere direttamente un candidato a Regina Coeli o finalmente ci decidiamo a voltare pagina?