Cos’è
Il noni è un arbusto cespuglioso a carattere rampicante originario della Polinesia, della Malesia e dell’Australia, anche se le sue origini più antiche si fanno risalire all’Asia sud-Orientale e fino all’India. Il suo nome botanico completo è Morinda Citrifolia, che gli indigeni, in passato, denominarono Noni o Nonu.. Viene anche chiamata Gelso indiano, Bumbo e Lada, dai nomi che di volta in volta, le varie popolazioni indigene del pianeta, usavano attribuirgli. Questa pianta appartiene alla famiglia delle Rubiaceae. Si presenta con un fusto che raggiunge circa sei metri e con una corteccia e un legno molto belli a vedersi; le foglie sono di colore verde scuro lucido e di forma ovale; i fiori sono bianchi e piccoli e sbocciano da un baccello che produce un frutto, di colore biancastro nel periodo di piena maturazione. Il nonu è stato introdotto anche nelle Hawaii, da dove, attualmente, assieme alla Polinesia, deriva la maggiore produzione commercializzata a scopo officinale. Questa pianta, infatti, è nota per le sue, almeno così, si sostiene, straordinarie proprietà officinali. Già 1500 anni fa gli indigeni la usavano per curare qualsiasi tipo di malattia, tanto da farla definire una pianta sacra o la pianta del dolore, per via delle sue proprietà analgesiche. Il nonu cresce tra selve e foreste e le parti della pianta usate in erboristeria si riferiscono a tutta la pianta. Per quanto riguarda il frutto è meglio raccoglierlo quando è giovane, cioè di colore verde. Dopo la raccolta, il frutto va coperto di ghiaccio per evitare la perdita dei principi attivi. Il trattamento di conservazione è simile a quello che si effettua per il pesce. Il noni predilige terreni sommersi ricchi di cenere vulcanica.
Proprietà
Il noni è una pianta a cui si attribuiscono straordinarie proprietà officinali che per lungo tempo sono state a lungo ostacolate e tenute segrete, come affermano sulla stampa americana molti venditori e produttori di estratti a base di questa specie vegetale. Ma per restare coi piedi per terra dobbiamo dire che il noni è uno dei tanti rimedi che la natura mette a disposizione dell’Uomo per farlo stare meglio, senza per questo ricorrere a considerazioni miracolistiche o presunti effetti dell’altro mondo che servono principalmente a far vendere un prodotto. I costituenti della pianta sono aminoacidi, sali minerali, olio essenziale, glucidi, tannino, flavonoidi o fitoestrogeni, vitamina C e un alcaloide a cui si attribuiscono i principali effetti officinali: la xeronina, sostanza liberata da un enzima contenuto nel frutto, che avrebbe la proprietà di proteggere le cellule dall’invecchiamento e dalle condizioni mutagene. La presenza di questa sostanza ha fatto ritenere il noni persino una pianta anticancro, ma è possibile dire che può avere semplicemente un effetto preventivo nel difendere dai processi di invecchiamento cellulare, così come avviene per gli effetti di altre specie vegetali, ( vedi l’aloe). Ma da questo a sostenere che il noni curi il cancro ce ne passa. Semmai l’assunzione di xeronina è un buon modo per prevenire l’insorgere di alcune malattie dovute alla carenza di sostanze nutritive naturali che ormai, negli alimenti, sottoposti a trattamenti chimici, stanno diventando trascurabili. La xeronina è una sostanza che gli esseri umani dovrebbero assumere con la normale alimentazione e in parte lo fanno, ma il progressivo impoverimento dei terreni, a causa dei pesticidi e di altri trattamenti chimici, fa sì che questa sostanza si trovi sempre più in misura insufficiente nei cibi che normalmente si consumano. Il noni è anche ricco di aminoacidi che sono essenziali per la sintesi delle proteine. I principali effetti della pianta sono, dunque, antiossidanti, ma anche antidolorifici e antinfiammatori. Il meccanismo che blocca il dolore e l’infiammazione è dovuto sempre all’azione della xeronina e degli aminocacidi che permettono una sintesi più efficace delle proteine, la cui carenza o assimilazione scorretta, è ritenuta responsabile di accumuli cristallini nelle giunture scheletriche. Per le proprietà antidolorifiche o analgesiche il noni è stato anche chiamato “l’aspirina delle Hawai”. Ma in fitoterapia viene anche utilizzato come energizzante, tonico, adattogeno, immunostimolante, digestivo, antibiotico e ipoglicemizzante.
Usi
In America il noni viene commercializzato in qualsiasi modo: capsule liofilizzate, olio essenziale, polvere disidratata e succo. In Italia si trova prevalentemente il succo estratto dal frutto della pianta nel periodo in cui non è ancora giunto alla piena maturazione. Il succo viene commercializzato con il nome anglossassone “Noni Juice”che vuol dire proprio succo di noni. Il succo è composto al 100% dalla spremuta del frutto. Per ottenere effetti positivi, la dose consigliata è di due cucchiai prima di colazione e due prima di cena. Il succo può essere bevuto puro o diluito con acqua. L’assunzione va fatta a stomaco vuoto per evitare che la digestione interferisca con gli alcaloidi presenti nel rimedio. Per lo stesso motivo si sconsiglia la contemporanea assunzione di alcolici, caffè e nicotina. L’uso di estratti vegetali è sconsigliato in gravidanza, allattamento e in tutti i casi in cui sono in atto altre patologie che prevedano l’assunzione di farmaci specifici. Ogni integratore erboristico va, inoltre, consumato solo dietro prescrizione medica.
Costi dei prodotti
L’abbondante pubblicità ha fatto molto bene alla commercializzazione del noni che viene venduto a costi superiori alla media degli altri rimedi erboristici. Un flacone di vetro contenente un litro di succo puro di noni, costa 39 euro con punte che possono arrivare anche a 45 euro per la stessa quantità. Venti euro il costo di una confezione da un litro di succo di noni miscelato a succo di aloe. Il succo di noni in bottiglia, se non usato, si conserva a temperatura ambiente. Prima di usarlo si deve agitare bene e una volta aperto va conservato in frigorifero.