Chi siamo, knitters?! Oltre a questo, dico, oltre alla passione per il knitting, grande, irrazionale, che ci accomuna?
Se l’è chiesto (e ce l’ha chiesto) Natascia Sartini con un post pubblicato nel suo blog M o l t o Maglia.
Già ieri avevo voglia di rispondere…oggi è diventato un diktat.
Quindi cosa sono (io), oltre ad essere una knitter poco più che passabile?
Sono una signora di mezza età, perchè cari miei, qui è arrivato il momento di sdoganare questa definizione. Se per signora di mezza età parliamo di una persona che ha ormai raggiunto l’ipotetica metà della sua vita, e credo proprio che a 46 anni suonati posso dirlo tranquillamente, allora posso anche considerami felicemente tale.
Ho un figlio di 25 anni, che non vedo tutti i giorni e non credo di aver cresciuto da mammone, probabilmente, con quel poco latte che gli ho dato, ha succhiato l’amore pratico, quello che sa esserci, ma non si formalizza in ruoli preconfezionati. Il mio essere mamma prevede amore incondizionato, non l’approvazione a tutti i costi.
Se 25 anni fa avessi aperto un blog, di sicuro, non avrebbe parlato di bimbi, pappe e pannolini.
Ho un marito che mi segue e sostiene in tutti i miei voli pindarici: il mio principe azzurro alternativo, dove l’alternativo è l’azzurro, il cavallo e il castello, mentre il tradizionale è l’amore, l’avermi salvata dal drago e il vissero felici e contenti.
Per nulla mondani, siamo coppia, colleghi e soci. E non cambierei nulla.
Decisamente innamorata del mio cane, Lord Brett, non ve lo so proprio spiegare, quello che provo. Mi ha stregata la prima volta che i miei occhi hanno incontrato i suoi e non mi è più passata.
Amo gli animali e se potessi dedicarmi interamente ad una causa, sarebbe a loro che penserei.
Non mangio carne da quando, dopo aver visto ‘Babe il maialino coraggioso’, ho realizzato che non avrei più potuto farlo senza sentirmi addosso i milioni di occhi che, ogni anno, vengono violentemente chiusi per permetterci di mangiare la nostra grigliata.
Non sono una fashionista, nel senso più letterale del termine; seguo un mio stile da anni, a volte è in a volte out.
Non acquisto capi o accessori firmati; al di la del fatto che, probabilmente, non potrei permettermeli, mi disorienta sospettare che la mia borsa possa raccontare (di me) al mondo più di quanto non riesca a fare io stessa con la mia personalità.
Mi piace curarmi nell’aspetto, adoro truccarmi e credo di aver provato tutti i colori di capelli, forse perchè ho avuto una valanga di complessi fin dalla mia adolescenza. Con gli anni ho imparato ad accettarmi e a valorizzarmi, soprattutto ho capito che non è strettamente necessario avere l’aspetto di una figa imperiale per fare o essere quello che decidiamo fortemente di fare ed essere.
Che possa essere d’aiuto è un altro discorso.
Tatuata tardiva e convinta.
Non sono cerimoniosa, quindi se qualcuno si aspetta da me complimenti, smancerie e accondiscendenza gratuita, rimarrà molto deluso. D’altro canto, se faccio un apprezzamento, è sincero e viene dal cuore.
Gli invidiosi, i pettegoli, le persone che calunniano con la precisa volontà di fare male mi fanno ribrezzo, li considero una piaga per la società e credo che abbiano fatto più danni loro che tante guerre.
Ho tantissimi difetti caratteriali; quello che maggiormente ha condizionato la mia vita è una totale, assoluta, mancanza di diplomazia. Con tutti gli annessi e connessi. Se qualcuno mi indispone, lo capisce. Subito.
Se avessi potuto scegliere un anno e un luogo in cui nascere sarebbe stato il 1900 a Parigi.
A proposito, non sono mai stata a Parigi.
Se trovassi il genio della lampada, questi sarebbero i miei 3 desideri; mangiare tutto quello che voglio senza prendere un etto, imparare immediatamente e senza sforzo tutto quello che mi interessa conoscere, possedere una macchina del tempo (ma un aggeggino sicuro, mica quei catorci sfigati che ti perdono in continuazione nello spazio/tempo).
Sono una lettrice compulsiva e soffro di frustrazione cronica per non riuscire a imparare e conoscere quanto vorrei.
Tutt’altro che casalinga perfetta, cerco di fare del mio meglio, tenendo sempre presente che la polvere che tolgo oggi, sarà ancora al suo posto domani.
Dimenticavo, avrei voluto diventare una costumista. Da Oscar, ovviamente.
Bene, ora…..torniamo a lavorare a maglia?!
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