In risposta al folle articolo di Feltri in cui questi definisce egoisti i giovani ragazzi uccisi nei pressi di Oslo, e in risposta alle esternazioni cretine di Borghezio, che condividono, il primo, l'attacco e l'uccisione di giovani "smidollati", probabimente per mantenere pura la razza, il secondo, le idee che hanno azionato la follia omicida. In risposta a tutto ciò, Serra ci riconduce sulla giusta via: sono le idee che hanno dato il via a quella follia a dover essere analizzate e smontate in tutta la loro pericolosità. Per il resto, si parla di nulla...
Il brigatista rosso che spara alla nuca è un folle o un criminale politico? L'attentatore fascista che mette una bomba su un treno è un folle o un criminale politico? I Jihadisti che hanno abbattuto le Due Torri sono folli o criminali politici? Nessuno ha mai avuto dubbi in proposito: si tratta di crimini politici, con movente politico e scopo politico. E dunque, non si capisce proprio, leggendo molti dei commenti alla strage norvegese, perché mai la mattanza di quasi cento ragazzi di sinistra per mano di uno schifoso fanatico di destra non debba essere inquadrata nella sua piena, ovvia natura di delitto politico, maturato nella cultura razzista del suprematismo bianco, delle "radici cristiane" brandite come arma letale, dell'odio furente contro l'Europa della tollernaza, dell'integrazione, della democrazia.
Se non capiamo questo, e trattiamo l'orrido Breivik come un paranoico "a caso", un incidente psichiatrico dalle conseguenze inaudite, allora non capiamo la profondità e la gravità della rottura culturale, politica, umana tra la destra estrema e la società aperta, che cerca un faticoso ordine amministrando il disordine vitale dell'immigrazione e della globalizzazione. Hitler era un pazzo? Certo, era anche un pazzo. Ma la pazzia che arriva al governo, e scatena laguerra globale e organizza lo sterminio, è politica allo stato puro. E si combatte con la politica.