Nostalgia del particolare

è il bel titolo di un bel saggio di Iris Murdoch, che ho ripreso in mano oggi.Mi sono venuti in mente il titolo e il saggio, leggendo quel che i giornali scrivono - no: quel che i giornali deducono dalla malattia di Pierluigi Bersani, e ripensando a quel che deducono dall'incidente di Michael Schumacher.Così l’emorragia cerebrale (parole che nessuno nei lanci ha saputo scrivere correttamente al primo colpo, peraltro) dell’ex segretario Pd sarebbe: l'esito di un anno drammatico, dalla sconfitta alle elezioni ai 101; il segno di una classe dirigente ormai in agonia; il caso fortuito che mette in sordina la lite Fassinachi-Renzi; il dolore che nobilita la classe dirigente di cui sopra, «riscrivendo il senso della sconfitta» (è l’ultima che ho letto: ciao, Huffington Post).Ora, io vorrei dire: la malattia di una persona è prima di tutto un dolore, fisico e morale, che le appartiene. Che condividono la famiglia, gli amici, cui partecipiamo anche tutti noi, se vogliamo. Ma dentro i limiti della decenza, del riserbo, e soprattutto del particolare. Sta male quella persona lì. È una forma di violenza sottile e spietata quella che ci porta, non si sa bene con quale legittimazione, a trarre delle conseguenze, dei sensidellavita, dei bilanci da un’esistenza che è poi ancora in corso, quando l’unico pensiero dovrebbe essere la speranza nella sopravvivenza di quella persona. In questo momento abbiamo davanti solo un corpo sofferente, un individuo ferito. Non un rapporto di causa-effetto, un nome collettivo, una metafora qualsivoglia, un universale.Non capire questo è molto più grave di qualunque lezione non sapremo trarre, quando sarà il momento e se mai lo sarà.Forza, Pigi.da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com