Dopo la multa di 180 milioni dell’Antitrust e l’apertura di un fascicolo da parte della Procura di Roma sul presunto cartello con Roche, Novartis passa alla controffensiva. E lo fa pubblicando un avviso a pagamento sui maggiori quotidiani nazionali.
L’avviso a pagamento di Novartis, pubblicato sui quotidiani nazionali (adnkronos.it)
In una pagina in bianco e nero, il colosso del farmaco elvetico illustra la sua posizione su Lucentis e Avastin per uso oculare. Con una nota che punta a “chiarire numerose informazioni non corrette” circolate in seguito all’accusa di “presunte pratiche anti-concorrenziali” nella commercializzazione in Italia dei due medicinali.
Novartis ribadisce inoltre che ricorrerà in appello contro la decisione dell’Antitrust, per “difendere la salute dei pazienti, rispettare il rigore delle autorità sanitarie” come Ema e Aifa “nel processo di valutazione e approvazione dei medicinali. Al tempo stesso – scrive – intendiamo difendere la reputazione di Novartis e quella di chi lavora con noi”.
Il colosso ricorda che ranibizumab e bevacizumab (le molecole al centro della querelle) sono farmaci biotecnologici diversi, a partire dal peso molecolare. Lucentis (ranibizumab) è stato sviluppato per trattare patologie oculari e per essere iniettato nell’occhio, mentre Avastin (bevacizumab) è stato studiato per la somministrazione mediante infusione endovenosa e per il trattamento di patologie tumorali.
Si elencano quindi alcuni studi condotti su Lucentis e il suo profilo di sicurezza, insieme al costante monitoraggio degli effetti collaterali garantito attraverso una “piano di farmacovigilanza” sviluppato a tutela dei pazienti. “Ciò non avviene quando il medicinale viene utilizzato fuori dalle indicazioni autorizzate”. In Italia Lucentis è rimborsato in tutte le Regioni interamente e il prezzo, conclude Novartis, “è allineato a quello di altri Paesi europei”.
Non solo una pagina sui principali quotidiani. Novartis diffonde anche una corposa nota. “Consapevoli di aver sempre agito nel rispetto delle regole, riteniamo importante fare chiarezza” su alcuni aspetti chiave della vicenda “che sono stati oggetto, dal nostro punto di vista, di speculazioni e affermazioni non supportate da fatti ed evidenze”. “Collaboreremo con le Autorità – assicura Novartis – per contribuire a fare luce sulla situazione, sostenendo la nostra estraneità ai fatti che ci sono stati imputati”.
Novartis ribadisce le differenze tra i due farmaci sottolineando che “il profilo rischio/beneficio di Avastin per uso oculare non è supportato da un programma di studi clinici richiesto per i farmaci regolarmente autorizzati. La spesa di Lucentis – ricorda Novartis – è sotto controllo e lontana dalle cifre circolate. I dati contenuti nel Rapporto OsMed relativo al 2012 attestano la spesa totale per Lucentis allo 0,3% del totale della spesa farmaceutica per un importo pari a 51,2 milioni di euro. I dati relativi al 2013 non si discostano da tale importo dal momento che la spesa per Lucentis nel periodo gennaio-settembre 2013 è stata pari a 38,6 milioni di euro”. Sulla base dei dati del Registro Aifa e dell’attuale prezzo di Lucentis, “si stima che il costo reale per il Ssn di tre anni di trattamento con questa terapia sia compreso fra 3.000 e 5.000 euro a paziente. Mentre bisogna considerare che i costi associati all’ipovisione sono stimati intorno ai 12.000 euro a paziente all’anno”.
Per quanto riguarda i rapporti tra Novartis e Roche, Novartis sottolinea che i contatti sono stati “estremamente limitati tra le aziende” e “finalizzati alla tutela della sicurezza dei pazienti. Non è stata scambiata alcuna informazione sensibile tra le due società e i contatti si sono limitati a problemi relativi alla sicurezza del farmaco Avastin”.