A partire dal 1950 il territorio sottratto all’agricoltura perché cementificato è cresciuto del 166%. E questo aumento, anche se riferito a tutto il territorio nazionale, non si è avuto omogeneamente. Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia sono le tre Regioni che più hanno visto ridurre la disponibilità di suolo naturale. E allora il nubifragio di oggi a Milano che ha lasciato danni e disagi non è poi una così grande sorpresa.
“In Italia continuiamo ad impermeabilizzare ed a far perdere ai nostri terreni la loro capacità di ritenzione idrica, con le conseguenti immense difficoltà di dover gestire quantitativi sempre maggiori di acqua che non può più infiltrarsi”. Torna sull’argomento il presidente dei Geologi italiani, Gian Vito Graziano, ribadendo quanto aveva già denunciato in svariate occasioni.
L’ultima volta, in ordine di tempo, in occasione della notizia dell’approvazione in Spagna di un disegno di legge che mira a costituire il geologo di zona, proprio per prevenire le emergenze che nel nostro Paese si susseguono a un ritmo impressionante.
“Non è un caso“, continua Graziano, “se ad ogni pioggia intensa larghe parti del nostro territorio si allagano“.
Insomma, ragiona il numero uno dei Geologi: “L’eccessivo consumo di suolo naturale, ovvero il passaggio da coperture agricole e naturali a coperture urbane, e la conseguente progressiva impermeabilizzazione (un suolo pienamente funzionante immagazzina acqua fino a 3.750 tonnellate per ettaro), oltre a riguardare la sfera squisitamente ecologica, sta esponendo a rischi sempre più gravi le aree urbanizzate nel frequente susseguirsi di eventi meteorologici severi e talora estremi”.
Ma cosa fare concretamente per arginare questa emergenza continua?
“Intervenire sul territorio è divenuto quanto mai urgente. Occorre innanzitutto rinaturalizzare i sistemi idrografici – suggerisce Graziano – che nella maggior parte delle città italiane sono fortemente antropizzati, aumentare la copertura vegetale degli spazi aperti urbani e semi-naturali presenti all’interno dei tessuti urbani e soprattutto contenere drasticamente il nuovo consumo di suolo. C’è da rivedere l’intero sistema fognario, le reti idriche e quelle energetiche”.
Insomma il nubifragio a Milano di oggi è il risultato (uno dei tanti) di anni di incuria.
“Il controllo del consumo di suolo, la messa in sicurezza, la manutenzione del territorio, il riuso del territorio e delle città sono azioni che non si fanno per decreto”, ha concluso il presidente Graziano, “ma attraverso una politica economica virtuosa e sostenibile, che passi da una prospettiva di trasformazione e di riqualificazione ad una di rigenerazione, considerando tutte le risorse che riguardano l’economia, per rispondere attraverso il loro contributo anche alle domande di miglioramento delle condizioni di sicurezza”.