Le prime due giornate dei campionati mondiali di nuoto in vasca corta (25 metri) hanno regalato impressionanti risultati tecnici da parte dei top swimmers, tra cui sette record mondiali, e ottime prestazioni anche all’interno della squadra italiana, che, dopo un paio di piazzamenti positivi ieri pomeriggio, è riuscita a portare a casa due prestigiose medaglie nelle staffette che hanno concluso il programma odierno: un argento ed un bronzo. Se aggiungiamo a questi metalli sette primati nazionali e molte risposte convincenti in un contesto a noi sempre piuttosto ottico, ne risulta un quadro positivo e ben inaugurante a 2/5 della manifestazione.
Andando però in ordine e volendo cominciare dal meglio visto nella piscina dell’Hamad Aquatic Centre di Doha, che, per inciso, è stata scelta come località in sostituzione di Catania, ritiratasi dopo l’assegnazione per mancato rispetto degli impegni presi dalla Regione Sicilia, non è possibile trascurare la regina della manifestazione, che ha un nome e (da buona spagnola) due cognomi: Mireia Belmonte García. Infatti, nel giro di un’oretta circa, durante la prima sessione di finali, la ventiquattrenne di Badalona ha abbattuto due muri molto significativi, aggiudicandosi oro e record del mondo sia nei 200 farfalla sia nei 400 misti. Il cronometro parla come mai prima: 1:59.61 e 4:19.86, ovvero prime volte storiche al di sotto dei due minuti e dei quattro minuti e venti rispettivamente. La grande rivale, l’ungherese Katinka Hosszú, vincitrice globale delle ultime tre coppe del mondo e cinque volte medagliata ad Istanbul 2012, la precedente edizione, si è dovuta accontentare di due argenti. Il terzo primato Mondiale è stato realizzato in chiusura di giornata da un’impressionante staffetta 4×200 stile libero femminile, quella olandese (Dekker, Heemskerk, Kromowidjojo e Van Rouwendaal), che ha tolto tre secondi abbondanti dal precedente riferimento (7:32.85, da 7:35.94), stabilito quattro anni fa dalle cinesi, seconde in questa occasione.
Un altro protagonista è stato il sudafricano Chad le Clos, già campione olimpico e bi-campione mondiale in vasca da 50 metri nel suo stile prediletto, la farfalla; seguendo sempre maggiormente la strada della polivalenza, si è cimentato nei 200 stile libero e ha sfoggiato ancora il suo immenso talento, conquistando un inatteso titolo iridato davanti a grandi specialisti come il russo Izotov e Ryan Lochte, che hanno completato il podio.
Per l’Italia, la delusione per l’eliminazione prematura in semifinale di Fabio Scozzoli nei 100 rana, di cui era campione uscente, e della 4×200 sl in rosa senza Federica Pellegrini, poi assai polemica via Twitter per la controprestazione delle compagne e per la gestione tecnica, è stata mitigata dal quinto posto a sorpresa di Alessia Polieri nei 200 farfalla, con un ottimo risultato cronometrico e dal record italiano della staffetta 4×100 stile maschile. Dotto, Orsi, Leonardi e Magnini hanno chiuso quarti in 3:05.79, a 21 centesimi dal bronzo degli Stati Uniti, in un’amarezza che lascia tuttavia ben sperare per il futuro di questa squadra, argento due anni fa in Turchia, ma con un tempo ovviamente inferiore.
La mattinata odierna ha portato altri due record italiani in staffetta, segnali di ciò che poi si sarebbe verificato in acqua nella tarda serata qatariota. La 4×200 stile libero maschile azzurra ha disintegrato il tempo dei mondiali del 2008 (6:58.39), qualificandosi alla finale con il miglior risultato delle eliminatorie: D’Arrigo, Belotti, Di Fabio e Magnini hanno completato la prova con un incredibile 6:54.70, candidandosi ad outsider nella sfida per le medaglie. Sfida che si è risolta al cardiopalmo con una pazzesca rimonta di Filippo Magnini, all’ottava medaglia in questo tipo di rassegna, che è riuscito a superare in volata il Sudafrica e la Russia e ad afferrare l’argento, con il tempo complessivo di 6:51.80, a dodici centesimi dal titolo, andato agli Stati Uniti. Per descrivere la positivamente assurda performance dei quattro, basta osservare che, dopo sei anni di stagnazione, la migliore prestazione italiana di Manchester è stata dimenticata, con un progresso di quasi sette secondi nel giro di meno di mezza giornata.
L’altro primato è arrivato dalla 4×50 mista mixed, cioè con due frazioni maschili e due femminili: il crono stampato da Sabbioni, Scozzoli, Di Pietro e Ferraioli, 1:38.91, ha migliorato il precedente 1:39.68 di fine 2013. La stessa formazione è scesa in vasca anche più tardi e ha conquistato un insperato bronzo, manco a dirlo condito da record in 1:37.90, alle spalle di Brasile (giovedì da leoni con tre titoli al maschile) e Gran Bretagna.
Un ulteriore progresso di notevoli proporzioni ha visto come attori i componenti della staffetta 4×50 mista maschile brasiliana, i quali hanno sbaragliato la concorrenza in finale con il nuovo record del mondo in 1:30.51, spodestando il tempo raggiunto dalla Russia nelle batterie della mattina; in questa finale, il team italiano (Bonacchi, Scozzoli, Rivolta e Orsi) ha chiuso al sesto posto, portando anche il numero dei primati nazionali rinnovati a quota sei (limite spostato a 1:32.68). Dopo i pronosticabili successi dei volti giovani come il ventenne giapponese Irie nei 400 misti, l’australiano classe 1993 Larkin nei 100 dorso e la fenomenale lituana Rūta Meilutytė (17 anni e già tre primati mondiali in carriera) nei 50 rana, sono poi giunte due convincenti qualificazioni alle finali individuali di domani per la squadra azzurra; Silvia Di Pietro nei 50 farfalla, con un ulteriore record italiano in 25:43 dal 25:62 di Ilaria Bianchi, e Marco Orsi nei 50 sl partiranno entrambi in corsia 6 negli atti conclusivi, in forza dei quarti posti conquistati nelle classifiche combinate delle semifinali.
Nemmeno il tempo di celebrare ed è stato nuovamente il tempo di riscrivere per la sesta volta in due giorni una riga dell’elenco dei primati Mondiali in vasca corta: ci ha pensato la grande sconfitta del day 1, Katinka Hosszú, che ha trionfato nei 100 dorso (55:03) e ha dimostrato ulteriormente la sua clamorosa completezza stilistica. E perché non aggiungerne un settimo? Chad le Clos, infatti, è tornato all’amato delfino e ha vinto la distanza classica dei 100 metri in 48:44, limando di quattro centesimi il sinora inarrivabile 48:48 del russo Korotyškin, ancora oggi quarto, che resisteva da un lustro e qualche giorno.
Al secondo alloro dell’uomo dei campionati è seguito, infine, il terzo oro della sua controparte al femminile: la Belmonte García non ha fallito nemmeno l’appuntamento degli 800 stile libero, stavolta tuttavia senza un particolare botto cronometrico.
Aspettando le nostre punte di diamante, Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri, impegnati tra domani ed il weekend, l’impianto di Doha ha già messo in luce le più grandi stelle del nuoto mondiale a suon di record, ad una frequenza che sembrava ormai persa per sempre dopo l’addio ai costumoni in poliuretano. Anche in tessuto, la battaglia sportiva tra le corsie continua ad essere spettacolare ed in piena e costante evoluzione, sebbene in dimensioni non olimpiche.
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