Le notizie sulla crisi che riempiono le pagine dei giornali e i servizi delle TV e dei siti web sono quasi sempre dello stesso genere: hotel che anticipano la chiusura della stagione, tour operator che non pagano gli alberghi, società che portano i libri in tribunale per il fallimento o la liquidazione, l’aeroporto di Rimini che chiude, ecc..
Qualche giorno fa questa tendenza al ribasso è stata interrotta da una notizia diversa: una famiglia milanese che, all’insegna del “mollo tutto!”, si trasferisce in riviera per gestire un hotel. Hanno venduto la casa e altre proprietà, il padre ha lasciato un sicuro lavoro in banca e hanno chiesto un finanziamento per l’acquisto e la ristrutturazione di un vecchio albergo a Viserba di Rimini. I 3 figli maschi, ormai grandi, hanno seguito i genitori per iniziare con loro questa nuova vita.
Molti albergatori resi cinici e disillusi da questa crisi feroce potrebbero commentare la notizia con frasi come “ma chi gliel’ha fatto fare!” o ” non sanno in che guai si stanno mettendo” o ancora “poveri illusi!”. Personalmente, posso dire di aver avuto un sussulto di orgoglio e speranza. Ho una grande ammirazione per chi decide di rischiare e affrontare un cambiamento. Si sa che i periodi di crisi sono anche i migliori, dal punto di vista finanziario, per intraprendere una nuova sfida: si possono trovare occasioni uniche e condizioni molto vantaggiose. Non so quanto la famiglia milanese abbia pagato quel piccolo albergo in rovina ormai chiuso da anni e sono sicuro che, in tempi di svendita per questo particolare genere di immobili, abbia strappato un prezzo impensabile solo pochi anni addietro. Ma so anche che in Romagna la parola “svendita” ha un significato tutto particolare perché qui nulla è mai davvero morto o finito e molte rinascite sono possibili. Sono sicuro che la cifra pagata non sarà tanto bassa quanto le attuali condizioni del mercato immobiliare e del turismo lascerebbero pensare, e se pensiamo che a questa cifra ne andrà aggiunta un’altra, altrettanto significativa, per la ristrutturazione e per l’avviamento della nuova attività, nessuno si sognerà di parlare di “occasione unica”, di “grande opportunità”. Solo le capacità e le idee di chi si cimenta nell’impresa faranno la differenza e potranno far affermare che si è trattato di un buon affare.
A quanto ho letto, l’intenzione della famiglia è quella di trasformare la struttura in un hotel di lusso e charme, con poche camere e molti servizi, per una clientela di fascia medio-alta, aperto tutto l’anno, accogliendo i turisti del mare in estate e i clienti business della vicina Fiera nel resto dell’anno. Avranno fatto i loro calcoli. In fondo qui non si tratta di cambiare solo il lavoro ma la vita intera e c’è pochissimo spazio per l’improvvisazione. Auguro loro di riuscire e di leggere, tra un anno o due, che il rischio è valso la candela. Magari vorrà dire che va meglio per tutti.
Magazine Diario personale
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