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Nuove generazioni, vecchi stereotipi

Creato il 13 marzo 2012 da Controcornice
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Nuove generazioni, vecchi stereotipi

Posted on 13 marzo 2012 by Nuove generazioni, vecchi stereotipi

Appartengo alla marea di pendolari che ogni giorno viaggiano stipati nei convogli che collegano laNuove generazioni, vecchi stereotipi Capitale  alla periferia.  I passeggeri di questi treni sono, come me, principalmente lavoratori, studenti  delle scuole secondarie e universitari.  

A volte, nella calca dell’ora di punta, mi trovo letteralmente schiacciata addosso ad  un manipolo di questi adolescenti e, mio malgrado, ascolto le loro conversazioni. Non “origlio”, non è necessario. La calca è un “pubblico” inatteso per loro e parlare ad alta voce è un’occasione di mettersi in mostra a cui non si può rinunciare.

 Adolescenti lo siamo stati tutti, sebbene in epoche differenti. Ma nonostante la differenziazione delle mode, dei tagli di capelli e dei cellulari (che ai miei tempi non c’erano), alcune cose restano costanti, nei secoli dei secoli.  Primo tra tutti, la tempesta ormonale che caratterizza questa età. 

Certo mi sarei aspettata che, l’evoluzione avesse portato qualche cambiamento in meglio. Ma, guardando la televisione, fonte universale di lavaggio del cervello, non potevo aspettarmi granché.

Ripensandoci, col senno di poi, l’età che va dai 12 ai 19 anni è una vera giungla. Nessuno che ti dice niente, nessuno che ti spiega per bene come funzionano i rapporti, cosa significa rispettarsi e farsi rispettare, nessuno che ti spiega che è normale quello che si prova, che gli ormoni fanno parte della crescita e che lo sviluppo porta anche ad avere desideri ed attrazione verso l’altro sesso; nessuno che ti spiega che esistono le “regole” dell’attrazione; nessuno che ti spiega che oltre al sesso ci sono i sentimenti e le emozioni che non possono essere scisse. 

La televisione non è la realtà e quello che fanno uomini e donne nello schermo LCD che intrattiene spesso i ragazzi nel pomeriggio o la sera, non va imitato senza un minimo di ragionamento preventivo.  Non voglio fare la “moralista al contrario”, ma alcuni episodi a cui ho assistito mi hanno fatto molto riflettere.

Mi sono imbattuta in tre giovani speranze che conversavano amabilmente di alcune ragazze, conosciute in discoteca e il commento più gentile che ho sentito è stato: “Quella è una vera troia!”. Ovvero, la negazione per la donna della propria tempesta ormonale. Questa troppo ricorrente affermazione sulla bocca di ragazzi così giovani è un chiaro segno che lo sviluppo sessuale è ancora “accettato” solo sul versante maschile. Le ragazze, per non essere “troie” devono ancora essere “bambine”.

Ma la realtà è che le femmine sono sempre un passo avanti anche in adolescenza: lo sviluppo per loro arriva prima e diventano ben presto un richiamo sessuale per i maschi, quando arriva il loro momento di crescita.   Alle volte espressioni come quella sopra riportata, mi sembrano più un urlo di difesa contro la precocità femminile che spaventa  (e  l’ansia da prestazione che forse genera);  soprattutto perché nessuno gli spiega niente!!!

A questo scoraggiante episodio ne aggiungo un altro. Un giorno mi è capitato di prendere il treno in un orario di basso affollamento perciò i sedili erano quasi tutti liberi. Mi sono seduta e ho notato nel posto a fianco al mio un disegno stilizzato di un membro maschile in erezione al momento della eiaculazione con una scritta a fianco del termine volgare che si usa per il liquido seminale. Niente di particolarmente artistico.

Ma mi sono chiesta cosa spinga un adolescente a disegnare un simile obbrobrio. Bisogno di fare sesso? Bisogno di sentirsi maschio? Bisogno di mostrare la propria virilità a tutti i costi? Oppure semplice maleducato vandalismo?

Posso dire però quello che ho pensato io. Che come genitori abbiamo un po’ fallito. Non siamo riusciti ad inculcare nei nostri figli un’idea di sessualità sana ed equilibrata.  Non abbiamo piantato, nelle loro giovani menti, il seme del rispetto e della parità tra i sessi. Entrambi, maschi e femmine, hanno diritto di desiderare di fare sesso,  ma ancora resta il marchio sul nome della donna.  Ancora oggi i futuri “uomini” hanno bisogno di forgiare la propria identità affossando ed insultando le donne. So che possono sembrare cose da ragazzi, ma l’esperienza mi insegna che certi semi germogliano e diventano piante con radici profonde difficili da estirpare.

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