Ho fatto supplenza in prima, stamattina. Ragazzini di undici anni sempre più distratti, disordinati, chiacchieroni. La volta passata avevo dato da ripetere il poco che finora hanno studiato in storia, tra l’altro la nascita della democrazia nella Grecia antica. Parla V. che sembra aver studiato meglio degli altri, meglio informato di sicuro. Ci racconta V. che nella Grecia di Pericle le donne non votavano. Il discorso, a questo punto, prende un’altra via. I ragazzi si fanno più interessati e il mio intervento serve a ricordar loro che anche in Italia il voto alle donne è arrivato parecchio tardi, dal punto di vista storico. Poi sollecito i loro commenti cercando di capire che cosa hanno in mente a proposito delle donne – in classe c’è una forte prevalenza femminile. Parlo dei diritti e dei doveri dei cittadini, del lavoro che ancora discrimina le donne, costrette spesso, da alcuni datori di lavoro senza scrupoli, a firmare dimissioni obbligatorie nel caso dovessero rimanere incinte e via così. Ad un tratto C. mi dice che la sua mamma non fa niente. Come, non fa niente? il mio rimando. Sì, la mamma è casalinga e non fa niente. Gli ricordo che le casalinghe fanno mille mestieri in casa, e che per tutto quello che fanno non percepiscono neppure uno straccio di stipendio. Le ragazze sono in fermento, parlottano tra di loro. C. ribadisce il suo concetto e aggiunge: Io e mia sorella dobbiamo pulire da soli la nostra stanza! È chiaro che C. ha una opinione ben precisa del ruolo della donna in casa sua e nella società. Poi inizia un rimpallo di ovvietà, tutte distorte. Sempre sul lavoro sento dire, da un altro maschietto, che gli extracomunitari percepiscono sussidi che noi non percepiamo e via di questo passo. Ad un certo punto mi sono venuti i brividi. Mi sono resa conto che, per quanto siano piccoli, sono già modificati mentalmente e scardinare tali convinzioni diventa davvero un’impresa. Mi dico allora quanti guasti stiamo facendo, di quanta grettezza intasiamo le menti della generazione futura. Mi passa per la mente “ L’amaca “ di Michele Serra che ho letto stamattina, a proposito della fruizione di informazione in rete
”Il mito della gratuità è destinato a peggiorare il livello medio dell’informazione in rete, e anzi lo sta già facendo. La sola “rivoluzione democratica” possibile è alzare il livello medio della cultura di massa: su carta o in video, conta pochissimo”.
Nel caso di questi bambini e di alcune delle loro famiglie non si tratta di renderli partecipi ad una rivoluzione democratica, ma per loro sarebbe auspicabile un trapianto di cervello. Non tutti siamo supportati da interessi culturali e anche in presenza di un livello di istruzione maggiore, le opinioni divergenti sono auspicabili per creare la discussione, ma essere così palesemente indottrinati verso il basso, a soli undici anni, sconvolge.