Fatta la legge, trovato... l'inganno? Non è una bella espressione da usare, ma è certamente il primo pensiero che sovviene nell'apprendere le notizie riportate qui dal Tropico del Libro: ossia che alcuni grandi gruppi commerciali, approfittando della calura agostana, hanno abilmente piazzato il colpo grosso. Uno sconto del 35% su diecimila titoli, roba che non si vedeva dai tempi del 40% dell'avvento di Amazon sul web market editoriale. Ma non c'era una legge che proibiva sconti così massicci che alteravano il mercato? Beh, sì. C'è, e volendo sarebbe ancora in vigore. La famigerata Legge Levi, che prevede la possibilità di promuovere campagne di sconto e riduzioni prezzi solo per un periodo e per un numero limitato di libri. Questa legge rappresenta, per dirla con le parole di Alberto Galla (presidente dell'Associazione librai italiani), "il miglior compromesso possibile", come indicato nell'articolo di mercoledì 1 agosto su La Repubblica.
Bol.it e Ibs stanno approfittando di una piega della legge: un comma che consente - grazie alla tipica fumosità del legislatore italiano - di mettere in commercio a un prezzo ribassato libri che il mercato considera "vecchi", ossia quelli pubblicati da almeno venti mesi e che non abbiano avuto altre richieste di vendita negli ultimi sei mesi. Quisquilie e pinzillacchere giuridiche cui i gruppi editoriali si sono aggrappati: è praticamente impossibile trovare il modo di dimostrare che un libro è invenduto da sei mesi, specie se la campagna è estesa e massiccia come quella promossa. (E poi ci sarebbe da riflettere sul fatto che un libro che è sul mercato da poco meno di due anni viene considerato vecchio, ma questa è un'altra storia...)
Colpisce anche l'esiguità della pena in caso di mancata applicazione: si tratta di una sanzione amministrativa che dovrebbe essere comminata dalla Polizia Municipale. Ora, nessuno me ne voglia, ma IMHO la Polizia municipale ha poco tempo e voglia di controllare gli elenchi di una catena di distribuzione editoriale, poiché è decisamente più agevole stilare contravvenzioni o multare gli irregolari che ti rifilano Rayban taroccati. E, allo stato dei fatti, non si segnala una sola sanzione elevata per infrazione della Legge Levi.
Ancora una volta, approfittando del generale lassismo in cui scivola l'Italia durante l'estate, la legge di turno è stata spazzata via e nascosta sotto lo zerbino come un mucchietto di polvere. Inutile prendersela con il Parlamento che ha fatto una legge ambigua, su cui, è plausibile, arriverà prima o poi una sentenza interpretativa della Cassazione... sempre che non venga disattesa del tutto in una condizione di placet generale, come troppo spesso accade. Vengono compromessi gli anelli deboli della filiera produttiva editoriale: librai indipendenti, piccole case editrici, e lettori. Librai indipendenti, perché un consumatore si rivolgerà a chi sconta, ed è anche plausibile che ciò accada, visto i tempi di crisi che attraversiamo; gli editori indipendenti, poiché non è sostenibile uno sconto così elevato che azzera il margine di guadagno necessario alla sopravvivenza della stessa Casa Editrice (eh, sì, i libri nono si pubblicano da soli... a tal riguardo vi consiglio di leggere i commenti a questo post, che vi faranno comprendere qualcosa in più sulla realtà della piccola e media editoria). E infine, i lettori, che saranno allettati ad acquistare volumi che presto arriveranno in edizione economica, facendo il gioco delle grandi CE.
Stefania Auci
E voi che ne pensate?