Anna Lombroso per il Simplicissimus
Il Cencelli fa parte dei Lari domestici in casa Letta e ha ispirato il presidente del consiglio, che ha messo insieme una squadra, giocando col piccolo chimico che ha dato vita a una materia abbastanza inerte da accontentare tutti quelli che vogliono la permanenza, la conservazione, le ragnatele che coprono pudicamente il disastro. E nel rispetto dei Lari, sono state premiate le “famiglie”, in senso proprio e quelle allargate, le cerchie di sempre, inamovibili e irremovibile, che hanno infatti promosso l’ascesa irresistibile di un loro delfino, finalmente diventato numero uno per appagarne desideri, ambizioni, per tutelarne rendite e privilegi.
Nella formula chimica del governo ci sono tutti i principi attivi necessari: un po’ di presa per il culo – lo so anche io trascendo a volte – grazie a due esemplari formidabili di correttezza politica inattaccabile, una, dirà Berlusconi, addirittura abbronzata, ed è l’unica buona notizia, temiamo inane in questo contesto, l’altra medaglia d’oro, sportiva, girl scout, ragazzona, proprio come piace al sempre – giovane Letta. E poi un po’ di doverosi omaggi riconoscenti alle “ radici” del premier intanto: la rettora della Scuola Sant’Anna di Pisa, cocca di papà che l’ha esaminata nel brillante corso di studi, che se non è zuppa è pan bagnato e se non è Bocconi è un altro Ateneo a statuto speciale, e poi Franceschini, che per Letta jr. è un fratello di latte, e, non volendo esagerare, per non infilare a viva forza l’altro amichetto del cuore, perché non accontentare gli alleati nominando la di lui signora? E sempre nell’ambito di famigli e familiari, mica si poteva negare un ministero a D’Alema, tramite un suo “caro”, come l’avrebbe definito Andreotti, quel Massimo Bray che in un colpo solo fa contenti due padrini e due Fondazioni, ItalianiEuropei e Treccani, il lidèr maximo e il dottor sottile, cui viene affidato in barba ai conflitti di interesse e alla competenza uno dei più delicati dicasteri di questo sventurato Paese, che per ragioni di realpolitik non può permettersi un uomo giusto al posto giusto, come sarebbe stato un Settis.
Per non parlare di Saccomanni, in quota Draghi e caro alla ben più grande famiglia dell’Europa e dei suoi servitori in patria, quella cui dobbiamo lo sfacelo di un rigore che l’ubbidiente neo ministro si ostinerà a difendere e proseguire. E non aspettiamoci che possa rettificare certe posizioni austere e punitive la Bonino, da sempre tentata dalle lusinghe del neo liberismo e molto a suo agio in quella diplomazia delle cancellerie nella quale si è esercitata da Commissaria.
E poi un po’ di ammuina, la Cancellieri spostata nella scacchiera come un fante e promossa nomen homen – un nome una garanzia – alla giustizia, a sbrigare le faccende di interesse del grande alleato, insieme a altri due fanti- lesti nell’ubbidienza cieca e totale, collocati come due manager dell’azienda Berlusconi, come due amministratori delegati a tutelare il padrone, a salvaguardarlo, a garantirne la sopravvivenza.
È una brutta giornata questa, a Roma è una giornata autunnale, nulla cambia se non il clima: aprile prolunga l’autunno del nostro scontento.