Ho cancellato i post scritti in passato su via Protti: non ho affatto cambiato idea, continuo a ritenere che Aldo Protti, in quanto sergente maggiore della repubblica di Salò, non meritasse per niente la dedica di una via a Cremona. Non la meritava e non la merita, né ora né mai, perché l’alternativa è secca. C’è un aut-aut. O la dittatura o la libertà. Protti si era attivamente impegnato nel progetto politico di Mussolini, protetto dalla Germania nazista. Il cartello di una via dà prestigio alla persona, sottolineandone una qualità. “Via Aldo Protti – artista” evidenzia la qualità di un cittadino posto come esempio o comunque onorato come persona. La decisione è stata presa da una commissione toponomastica i cui componenti non hanno dato garanzia di equilibrio ai cremonesi e può essere contestata, anzi deve essere contestata. Non è un esempio di civiltà piegarsi davanti alle persone famose e di successo, forse per catturare qualche voto in più. Centrodestra e centrosinistra sono riusciti a equivalersi anche in questo, a cremona.
Chi si impegna in quel modo, conquistandosi anche qualche grado nell’esercito, non merita proprio una via. Chi sostiene un progetto criminale tra i peggiori di tutti i tempi è un terribile criminale: infatti la dittatura nega diritti umani essenziali, ad esempio quello di criticare il sistema politico attuale, come fanno i neofascisti in quanto cittadini di uno Stato democratico. Fascismo, nazismo, comunismo sovietico hanno negato diritti umani con una violenza spaventosa.
Protti ha anche ottenuto un grande e meritato successo come baritono – e non me ne dispiace certo, viste le sue evidenti e notevolissime qualità – tuttavia se avesse raccontato pubblicamente i suoi trascorsi di guerra non credo che negli stessi anni sarebbe riuscito a cantare serenamente nei maggiori teatri del mondo.
La politica dovrebbe lasciare in pace gli artisti invece di strumentalizzarli o piegarli. Protti era tanto convinto delle proprie idee fasciste che poi è stato zitto in modo opportunistico. Altri si sono comportati in modo speculare e imbarazzante durante il ventennio.
E altri ancora oggi, visto che il neofascismo è questione attuale, spesso argomento di cronaca in italia e in Europa, strumentalizzano ampiamente le prese di posizione. Il dibattito sul neofascismo e il fascismo di mussolini e sulle dittature degli ultimi cent’anni, visti programmi Rai, letti alcuni libri, e dopo aver parlato con alcuni consiglieri comunali cremonesi o semplicemente averli ascolti, a mio avviso è molto deludente. Ricevo e pubblico la lettera di Piermassimo Ghidotti. Lascerei stare la questione dell’aborto, citata nella lettera. È una questione di coscienza molto seria. In generale sono contrario all’aborto.
Leggo,in diretta,le notizie provenienti da Albano laziale.Come a Cremona,dove la salvezza(nobile) dell’anima viene trasformata in canea di bandiere con svastiche e croci celtiche con la complicità di chi non distingue la salvezza dell’anima da una manifestazione di parte,anche ad Albano laziale una negletta minoranza di pseudo religiosi sconfitti dalla Storia che si richiamano alla fraterinità pre conciliare di Pio X,hanno cercato propaganda a buon mercato celebrando il funerale cattolico del boia delle Ardeatine,che tra l’altro lui non aveva chiesto.Dalle tano in cui li ha costretti la storia sono usciti nostalgici muscolosi,manovalanza buona come nel ’22.Hanno avuto il loro piazzale loreto una volta,lo avranno la seconda!
Ancora una volta l’arroganza di un prefetto,fascisti in borghese e in divisa a proteggere una”fraternità”di scomunicati con telegiornali che negano le cariche della polizia che passano nei loro servizi a carico di cittadini che manifestano la loro indignazione.
Chieda don oreste di seppellirlo tra i suoi bambini mai nati,o tra le donne morte di aborto clandestino.
Grazie di esistere stato democratico e derelitto!
Piermassimo Ghidotti
antifascista sempre,sino alle estreme conseguenze.