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Occupy!: World Social Forum Tunisi 2013

Creato il 29 marzo 2013 da Davideciaccia @FailCaffe

Lo speciale WSF 2013 oggi parla del movimento “Occupy!” che da due anni critica il modello economico e sociale che ha causato la crisi di cui tuttoggi accusiamo le conseguenze.

di aldopalmisano

Il movimento di protesta “Occupy!” è stato protagonista di occupazioni simboliche in 95 città in tutto il mondo.

Fieri critici del modello economico capitalistico, hanno collettivizzato il disagio economico e sociale di centinaia di migliaia di persone per costruire delle manifestazioni e dei momenti di discussione di proporzioni e tempistiche considerevoli.

Con lo sgombero di Saint Paul a Londra, l’ultimo grande presidio, in tanti hanno cominciato a chiedersi se anche “Occupy!” non fosse stato un fuoco di paglia alimentato dalla rabbia collettiva e prossimo all’estinzione. Pare tuttavia, che le menti del movimento sono al lavoro per organizzare una nuova protesta a Chicago durante il summit del G8 che si terrà a maggio.

Nel frattempo, come scrivono i nostri corrispondenti da Tunisi, Occupy! è presente al WSF e cerca attivamente di alimentare il dibattito sui processi democratici.

View of Fort Ribat of Harthema and the town of Monastir, Tunisia. Image shot 2007. Exact date unknown.

di Diego Montemagno (da Tunisi)

28 Marzo
Siamo giunti al nostro terzo giorno del World Social Forum di Tunisi, la mattinata è iniziata con le notizie che arrivavano dalla conlusione del quinto summit dei cosiddetti BRICS.

Nei giorni scorsi abbiamo deciso di raccontare storie di questa parte di mondo, di questa sponda del Mediterraneo, persone che vivono sulla propria pelle dolori inenarrabili e ingiustizie evidenti e palesi. C’è chi non sa più nulla dei propri figli dopo che hanno attraversato il mare e chi li vede morire sotto i propri occhi a causa di un regime sanguinario come quello siriano.

Oggi abbiamo scelto di focalizzare l’attenzione sul movimento globale Occupy!, che qui si ritrova nella piazza rinominata Global Square e che parla di Occidente e processi democratici.

Ci ha colpito la loro decisione di stare fermi in un solo punto per tutta la durata del WSF, con l’intento di aggregare i passanti e dare modo a diverse esperienze di raccontarsi.

Ludovica Rogers, italiana emigrata a Londra e parte di questa rete, ci racconta che il loro intento è di condividere un metodo di discussione epartecipazione, che in diverse parti del mondo ha funzionato. Parla di piccole esperienze di riappropriazione di beni comuni, dall’Inghilterra alla Grecia, che hanno portato intere comunità alla mobilitazione e hanno dato sfogo nonviolento alla voglia di esserci e partecipare.

Abbiamo notato la franchezza nella constatazione che questo non sia il modo migliore per risolvere i problemi della democrazia, ma sicuramente un esperimento dei più avanzati.

Certo, rimane inevasa la questione della rappresentazione politica di queste idee e pratiche ma, ci dice Ludovica, il movimento sta maturando un’idea condivisa di mondo possibile e prima o poi qualcosa accadrà.

Ridare senso e vitalità ai processi democratici, favorendo un rapporto sano con le istituzioni, deve essere il nostro obiettivo, senza mai abbandonare l’idea che la politica è rappresentazione di pratiche concrete e gestiona coraggiosa della complessità.

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