a dresda ci sono stata quasi tre anni e l’ho amata tanto.
a volte mi manca, dresda e il fiume e i ponti e il freddo e la neve e i pikkoli teteski pionti.
ma quando ero lì ho iniziato a chiacchierare con le mie colleghe dopo qualche mese prima di venire via.
fraudelciaro è nata a dresda.
a barcellona è nata “lussìa”.
a Barcellona ci sono stata quattro giorni, domani me ne vado e ci sono colleghe che mi mancheranno.
una, che ha nel nome rinchiusa la dolcezza dello sguardo, si chiama maria paz, mi ha tenuto sempre per mano, in ogni strano posto dove siamo andate.
un’altra, dalla french fantasiosa e dalla risata contagiosa non ha lasciato passare giorno senza invitarmi a pranzo, senza chiedermi che cosa avevo visitato la sera prima e senza suggerirmi posti da vedere e cose buone da mangiare.
(mai sentito parlare del dolce di mandorle di santiago? no?)
un’altra ancora ha preso il suo panino e la sua mela e l’ha tagliata in due per colazione, mentre io facevo la vaga guardando il cielo secondo il terribile training esistenziale ricevuto a dresda, per il quale non si rivolge la parola a nessuno se non interrogati, e me li ha porti, per dividere con me la sua colazione.
mi hanno chiamato chica, guapa, companera.
non lo dimenticherò mai.