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OGGI E' IL PRIMO DI AGOSTO (ed è anche lunedì).

Creato il 01 agosto 2011 da Nina
OGGI E' IL PRIMO DI AGOSTO (ed è anche lunedì).
Che profonda ingiustizia. Svegliarsi, farsi il solito tè e accorgersi che è il primo di agosto. PRIMO di agosto. E tu sei a casa, mentre il mondo attorno a te si spopola pian piano. Le vicine si augurano "buone vacanze" e "buon viaggio". Senti le loro voci garrule e gioiose mentre sorseggi il caffè, che quasi ti va per traverso. Apri l'elettro-posta e ci sono mail di saluti vacanzieri. Molti dei tuoi amici son partiti. E tu sei (ripeto) a casa, mentre Lui (poraccio) è al lavoro. No, non è una gara a chi sta peggio è solo che stamattina queste considerazioni mi hanno abbattuta. Agosto, che presa a male.
Avrei voglia di valigie da fare, vestiti da scegliere, selezionare...il gusto dei preparativi, quell'eccitazione sottile e discreta che ti accompagna per giorni, nella pancia e poi esplode tutta insieme la sera prima in un oddio avrò preso tutto? Quell'attesa carica di aspettative, di sorrisi, di ah ci voleva proprio! Si, ci vorrebbe proprio.Quest'anno invece è così, nulla di serio, di prolungato, di organizzato. La priorità rimane sempre la stessa: la casa, quella stronza di casa invisibile, che non si trova. Voglio dire io credevo che questa estate l'avrei passata a traslocare, figuratevi la delusione! Lo so che la nostra casetta è lì da qualche parte che ci aspetta, ma dove? Che se non si decidono ad abbassare un po' i prezzi, misà tanto che lì rimane. Ovunquesia e senza di noi. E perciò la sensazione che mi pervade questi giorni e che in ogni modo cerco di allontanare (leggi alcool, festini, uscite varie e un po' di shopping) è questa:
Giocare a sottrazione coi propri sogni, rimpicciolire i desideri, smussare le esigenze e i bisogni, ridimensionare le aspettative. 
Un lavoro a tempo pieno, come dire. Eravamo partiti con modesti progetti, quelli di tutti mica chissacchè: un figlio, una casa. Ci ritroviamo, al primo di agosto, che della casa manco l'ombra e del figlio idem, perchè la casa è propedeutica. Non solo, ma per averli dovremo operare quella sottrazione di cui sopra. Già lo stiamo facendo. Parti con una idea della tua casa, la immagini con un piccolo giardino, una certa metratura e poi passano i mesi e tu impari a volare basso, sempre più basso. Raso terra. Non so, forse la verità è sempre la stessa vecchia minestra riscaldata, ma a chi voglio prendere per il culo? Cosa c'è di nuovo? Niente, la mia insoddisfazione, il mio senso di irrequietezza che si riaffacciano periodicamente, sempre da lì vengono. Perchè io, se mi concedo di essere molto onesta e profondamente sincera con me, con voi, ecco io vorrei proprio: DUE valigie adulte da preparare, le nostre e UN piccolo, micro, trolley colorato. Il suo. Io vorrei chiudere la porta di casa, della NOSTRA casa (di quelle che hanno una metratura sostenibile, non da Neuro, come casaNina) e fare a botte con le borse, le valigie, gli oggetti che non ci stanno nel portabagagli. Spingi, sposta, pressa. Legare la pivellina al seggiolino della macchina e cantare, noi TRE, lungo il viaggio che ci porterà al mare. E vederla ridere, sentirla chiacchierare. Poi rifare mentalmente l'inventario: la ciambella, i braccioli, la crema solare. La paletta col secchiello, il lettino da campeggio. Ce l'ho. Le sue cose e  solo dopo le mie. E postarvi le foto della pivellina che fa questo e che fa quello, invece di sto stupido post masochistico. Che non serve a niente, che non cambia niente.
Sarà che è il primo mese in cui l'ovulazione non è il fine e neanche più il mezzo. Il primo mese che non mi sono forzata, in nome di una seppur debole speranza, perchè non ci credo più tanto manco io. Il primo mese in cui mi son detta "tanto che cambia, se ovuli incinta non ci rimani ugualmente". Forse me ne sto facendo una ragione pian piano, sono realista, oggettiva, razionale. Ovulazione NO uguale fertilità, manco pegnente. Almeno non attenderò il giorno del giudizio invano. Però fa strano, ve lo dico, dopo anni passati a cercare, non sentirsi più una cacciatrice, sapere che la partita con la fertilità l'hai persa e devi solo aspettare il tempo della rivincita. Programmarlo, deciderlo, perchè avrà una data ben precisa, avrà il nome di una clinica e un altro di un dottore. Non avrà mai il sapore della sorpresa, non arriverà da un'attesa dopo una botta d'amore.Perciò ho smesso di contare, almeno quando arriveranno le rosse io sarò quella che dice: - Tanto lo sapevo - a ragion veduta. Non mi dirò: - Cogliona, sbagli tu che ci credi ancora. - Sarò serena, perchè non mi sarò tormentata l'anima prima.Voi vi satrete chiedendo: - E ancora non lo sapevi? Ancora non l'avevi capito? -Certo che si, ma questo mese è il primo in cui, incosciamente, ho agito sulla base di questa consapevolezza. Quel figlio io non l'ho neanche cercato, ecco cosa c'è di nuovo. Punto.
Oh che cazzo di mood schifosamente nostalgico che mi è toccato oggi. L'esaurimento galoppa, come un cavallo impazzito nella prateria. Ci vorrebbe che fosse già sabato, che fosse già Umbria. Due giorni di stacco possono fare la differenza? Si.
*
Ringrazio in anticipo quelli che lasceranno il loro commento prezioso a questo post delirante. Solidarietà doppia, che se avete tempo da buttare con me, oggi, evidentemente non siete partiti manco voi e non avete altro di meglio da fare. Vi stimo.Per tutti gli altri, vacanzieri a tempo pieno, che non compariranno nei miei commenti: io vi odio, oh voi villeggianti. Sempre con affetto (sottinteso).
OGGI E' IL PRIMO DI AGOSTO (ed è anche lunedì).

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