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Olimpiadi nel segno del terrore

Creato il 13 settembre 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Olimpiadi nel segno del terroreI tragici momenti dell’attentato terrorista durante le Olimpiadi di Monaco rievocato da History channel nel documentaio dal titolo: 1972 Olimpiadi di sangue.

La pagina più nera delle Olimpiadi moderne è quella scritta il 5 settembre 1972 da un commando di terroristi palestinesi. Un’incursione nel villaggio olimpico si chiude con un bagno di sangue: 17 morti, tra i quali 11 atleti israeliani.

L’edizione del 1972 dei giochi olimpici è rimasta tristemente nella memoria di tutti noi e anche le successive verranno coinvolte direttamente e indirettamente. Le gare  si aprono in un clima di apparente serenità, con gli atleti che vogliono entrare nella storia, attorniati dal pubblico che fa il tifo. In mezzo alla folla che esulta fragorosamente si mescolano otto terroristi palestinesi del gruppo Fath dell’Olp.  Ormai lontana dalla militarizzazione del  regime nazista, la Germania vuole dare al mondo una rinnovata immagine di sé. Anche per questo si decide di non investire troppo sulle misure di sicurezza e di allestire una sorveglianza piuttosto blanda.

Olimpiadi nel segno del terrore
Alle 4,30 del mattino del 5 settembre nella palazzina del villaggio olimpico dove alloggiano gli atleti israeliani l’operazione sta per avere inizio…le armi vengono caricate…si sentono le prime urla…il panico si diffonde.  Iniziano gli spari e il primo ferito cade a terra. I terroristi continuano a sparare, qualcuno riesce a fuggire e da l’allarme. Si barricano all’interno,  dopo aver sequestrato 9 atleti, mentre altri due vengono uccisi nel tentativo di reagire. Dettano le loro condizioni, chiedono la liberazione di 234 palestinesi detenuti in Israele minacciando in caso contrario l’ eliminazione di tutti gli ostaggi. Proposta subito respinta come l’offerta del governo di Tal Aviv di inviare truppe speciali.

Uno shock  per il mondo che brutalmente viene a conoscenza delle condizioni di vita dei profughi  e per l’organizzazione tedesca che si trova  a fronteggiare una situazione imprevista e a cui non sanno come rispondere.

Il ricatto non ha effetto.

I terroristi allora chiedono un aereo per raggiungere, assieme agli ostaggi, il Cairo. Si tratta per l’intera giornata, la polizia tedesca prepara un piano per liberare gli ostaggi all’aeroporto.  I terroristi sono disposti a tutto, pronti a morire per la causa palestinese, per la libertà della propria terra, sanno mantenere tesa l’atmosfera. Le minacce continuano, tra la disperazione dei parenti degli ostaggi e i curiosi che giungono sul luogo.  Mentre la Tv trasmette in diretta le informazioni.  La situazione appare senza via d’uscita. Si temporeggia.

Olimpiadi nel segno del terrore
Alla fine terroristi e ostaggi vengono trasferiti con due elicotteri, ma il tentativo di liberare gli ostaggi fallisce e i terroristi sparano. Tutti sparano.  Si diffonde la voce che i terroristi sono morti e gli ostaggi salvi. Il mondo tira un sospiro di sollievo mentre in realtà la tragedia va avanti. Un’esplosione, altri spari e morti.  In totale 17 i morti compreso anche un agente della polizia tedesca, tre terroristi vengono catturati.

All’1,30 del 6 settembre tutto è finito. Monaco è piegata al dolore e dal lutto.

Olimpiadi nel segno del terrore
Ma tutto questo non basta a sospendere le Olimpiadi, che si fermano per un giorno soltanto. Israele abbandona Monaco per seppellire i suoi cadaveri ed altri atleti decidono di lasciare la città per timore di nuovi attentati.

Una solenne cerimonia commemorativa viene organizzata presso lo Stadio Olimpico. Tutte le nazioni partecipanti, tranne l’Unione Sovietica e gli Stati Arabi, osservano la disposizione di mettere le bandiere a mezz’asta. Da tutte le parti si levano voci che chiedono l’interruzione dei Giochi, ma il  presidente Avery Brundage si oppone, dichiarando che “il comitato olimpico non può farsi ricattare da un pugno di terroristi”.

Olimpiadi nel segno del terrore
I terroristi hanno raggiunto il loro scopo: coinvolgere  il mondo nella battaglia della Palestina. Una tragedia umana sfociata nella violenza, una guerra sporca che continua ancora oggi, diffondendo terrore e ingiustizia.


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